Come si devono comportare i docenti abilitati all'estero in merito all'ultimo concorso scuola da superare per ottenere l'abilitazione?
Si stanno generando molte polemiche e preoccupazioni e in particolare a esprimerle sono gli insegnanti che si sono abilitati in Romania, in una lettera a Orizzonte Scuola.
Sono tantissimi i docenti italiani che attendono il riconoscimento dell'abilitazione in Romania da parte del Miur. Infatti nulla si muove tra il Ministero di Bucarest e il Ministero dell'Istruzione italiano.
Dopo un percorso di formazione psicopedagogico, tremila prof italiani hanno ottenuto dei decreti che riconoscono la loro abilitazione, in base alle legislazioni nazionali.
Le varie pratiche di riconoscimento sono state bloccate e i rigetti sono dovuti al fatto che, nei decreti romeni rilasciati, non c'è una dicitura che attesta il fatto che il certificato in questione sia conforme alla direttiva comunitaria 2005/36/CE.
Per una questione burocratica quindi tantissimi docenti abilitati in Unione Europea attendono il riconoscimento del Miur, e stanno svolgendo o hanno svolto le prove orali previste dal concorso riservato DDG 85/2018 per gli abilitati, per essere inseriti nelle Graduatorie di merito.
Ora i docenti abilitati stanno partecipando però con riserva, e il rischio grave è che almeno tremila prof precari avranno le abilitazioni rigettate e quindi non potranno partecipare al concorso.
Chi si è abilitato in Romania ha diverse possibilità di avere una chiamata da regioni come Emilia-Romagna, Lombardia o Piemonte per l'accesso al 3° anno di FIT che serve come prova prima di essere immessi in ruolo.
C'è però un rischio, ovvero che tanti insegnanti saranno licenziati, di fatto, a seguito del contratto stipulato i primi di settembre.
Se il rigetto fosse accolto inoltre, gli insegnanti sarebbero anche fuori dalle Gae, in cui oggi sono inseriti.
Nel 2014 migliaia di prof si sono dovuti abilitare fuori dall'Unione Europea per via della chiusura dei Pas e dei Tfa voluta da governo Renzi.
Si sono sacrificati formandosi un anno all'estero e imparando una lingua straniera, e ora sono sul'orlo del baratro.
I docenti abilitati, molti dei quali già insegnano nelle scuole italiane, chiedono un intervento al Ministro Bussetti per veder riconosciute le proprie abilitazioni conseguite all'estero.