L’11 Ottobre la proposta di legge ha avuto, in prima lettura, il via libera della Camera con 281 SI e nessun voto contrario.
Pertanto, nel 2024 nelle scuole italiane tra il 4 e l’11 febbraio si svolgerà la “Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche”. Il rilancio delle discipline Stem (acronimo dall’inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics) si attuerà anche, sempre ad inizio febbraio, con la “Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza” e servirà a sensibilizzare e stimolare l’interesse per tali materie.
Si prevedono percorsi stabili di orientamento post-scolastico; di orientamento della didattica, sin dai primi gradi d’istruzione, verso l’acquisizione di competenze Stem; promozione di corsi di formazione per il personale scolastico; iniziative extrascolastiche per stimolarne l’apprendimento alle elementari e alle medie; incontri e giornate di orientamento per le superiori; borse di studio; percorsi formativi per favorire il reinserimento nel mercato del lavoro, in particolare delle donne.
A tal proposito Michela Di Biase (Pd), ha contestato la bocciatura di emendamenti che “avrebbero agevolato di più la presenza delle donne” nel mondo scientifico perché ad oggi “quelle che fanno una scelta Stem sono la metà degli uomini”.
La ministra Eugenia Roccella ha espresso entusiasmo per questa proposta, sottolineando come possa rappresentare una solida base per valorizzare l’eccellenza femminile nelle discipline STEM e nelle professioni collegate e quali gap invece persistano sia nei percorsi di studio che nelle prospettive di carriera. Per questo la proposta di legge approvata in prima lettura alla Camera è un passo importante”.
La legge prevede, tra le altre cose, risorse specifiche per iniziative rivolte alle donne, promuovendo così una visione di pari opportunità. Il MIUR ha intrapreso azioni volte a incentivare la partecipazione delle studentesse ai corsi di studio Stem, anche prevedendo una maggiorazione delle relative borse di studio, nell’ordine del 20% dell’importo erogato.
La ministra dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, si ritiene soddisfatta per l’approvazione all’unanimità alla Camera della proposta di legge: “I percorsi di formazione di natura scientifica e tecnologica – aggiunge – assumono, nell’attuale mondo del lavoro, una rilevanza strategica assoluta per la crescita e il futuro del nostro Paese”.
Adesso occorre aspettare l'esame del testo approvato al Senato.