Il “balletto” dei supplenti che cambiano ogni settimana. Ecco perché si verifica nelle grandi città.

Balletto Supplenze

Con l’anno scolastico iniziato da oltre 40 giorni, nelle aule italiane si assiste ancora al “balletto” delle supplenze, con incarichi che cambiano di settimana in settimana. 

I problemi che ne scaturiscono sono facilmente immaginabili, a cominciare dalle difficoltà di apprendimento per gli alunni disorientati dai continui cambiamenti.

Un problema denunciato al Corriera della Sera da Katia Tedeschi, reggente dell’istituto comprensivo Lucio Fontana di Grottarossa, a Roma. Ma “non succede solo qui” ha spiegato. La situazione è simile almeno in alcune altre grandi città, come Milano e Napoli.

Alla base del problema c’è la possibilità concessa ai docenti di continuare ad accettare offerte anche dopo il primo incarico, se queste sono più interessanti per la carriera. In termini di durata del contratto o di rispetto delle preferenze indicate.  

La possibilità è per certi versi sorprendente, viste le pesanti sanzioni inserite nel bando GPS 2022 per chi avesse rifiutato un incarico. 

Le difficoltà per i presidi 

La concessione è giusta, ma collegata ai ritardi nell’assegnazione degli incarichi, partiti anche quest’anno troppo tardi, crea disagi agli istituti. Anche perché il sostituto nominato dall’algoritmo non arriva prima di una settimana, come ha spiegato il direttore dell’ufficio scolastico regionale del Lazio Rocco Pinneri.

Così i dirigenti scolastici sono costretti ad effettuare le loro chiamate dalle graduatorie d’istituto (utilizzate esclusivamente per le supplenze brevi) e dalle domande di Messa a Disposizione.

“La norma è stata persino migliorata – ha aggiunto Pinneri al Corriere della Sera – Fino allo scorso anno erano concesse più rinunce, quest’anno ci si deve fermare alla prima”.

Il problema è che nella stessa classe in cui un supplente se ne va, può esserne convocato un secondo ancora in possesso della possibilità di effettuare la rinuncia. Il rischio, che si sta già verificando, è di un costante cambiamento dei docenti. 

“Ogni settimana però le possibilità di rinuncia diminuiscono. Entro un mese dovrebbe essere tutto completo” ha concluso Pinneri. 


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