È notizia della scorsa settimana il riconoscimento, da parte della VI sezione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, del diritto anche per gli insegnanti precari di usufruire del bonus da 500 euro, ovvero sia quella Carta del docente fino a questi giorni destinata solo ai docenti con cattedra.
La Corte di Giustizia europea ha accolto la tesi secondo cui l’erogazione del bonus al solo personale di ruolo, fosse in contrasto con il divieto di discriminazione, inserito nell’accordo quadro europeo sul lavoro a tempo indeterminato.
Per il sindacato Anief, dalla cui segnalazione era partito il procedimento europeo, ci sono 200mila ricorrenti che possono richiedere fino a 2.500 euro di bonus per gli ultimi cinque anni, circa mezzo miliardo per le casse dello Stato.
Per l’avvocato Walter Miceli, raggiunto da Orizzontescuola.it, sarà con ogni probabilità necessaria un’azione legale da parte dei docenti precari per rivendicare il diritto alla corresponsione del bonus.
Questa azione dovrebbe essere preceduta dall’invio di una diffida tramite Pec all’indirizzo certificato del Ministero e da un ricorso al giudice del lavoro competente, determinato dal luogo in cui attualmente si lavora.
Queste “mosse” dovranno essere effettuate da parte di tutti i docenti interessati che sono i seguenti:
Dovrebbero invece rimanere esclusi i precari delle scuole paritarie.
Il bonus dato dalla carta del docente va investito in materiali riguardanti il mondo della scuola o in corsi inerenti alla propria formazione, che permettono anche l'acquisizione di punti nelle varie graduatorie per l'insegnamento.
Sono escluse da questa lista invece le certificazioni di lingua straniere mentre vi rientrano quelle sulle competenze digitali.
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