Riparte il concorso per assumere quasi tremila presidi in tutta Italia. Il Tar del Lazio aveva infatti annullato il concorso tenutosi poco tempo fa, a causa di centinaia di ricorsi effettuati da molti partecipanti al concorso.
Il Miur però aveva fatto ricorso a sua volta, e l'appello è stato accolto: di conseguenza il Consiglio di Stato ha sospeso, in attesa del merito, la sentenza del Tar che annullava il concorso.
Chiaramente sono sollevati i candidati promossi, un po' meno contenti coloro che hanno fatto ricorso, per i quali la prova svoltasi a ottobre scorso non era legittima.
In questo modo si potrà proseguire con gli esami, quelli orali, e terminare il reclutamento. Il 17 ottobre è fissata l'udienza pubblica per la decisione definitiva.
I motivi per cui i ricorrenti si sono fatti sentire sono diversi: ad esempio, come riporta un articolo di Repubblica, sono state riscontrate delle anomalie nelle sottocommissioni, l'anonimato non è stato tutelato, alcuni scritti sono stati rinviati causa maltempo.
In particolare poi, il motivo per cui i Tar ha accolto i ricorsi, è l'incompatibilità di tre componenti delle sottocommissioni incaricate della valutazione delle delle prove scritte.
I giudizi arriveranno una volta che l'anno scolastico è già stato avviato, e le assunzioni dei nuovi dirigenti verranno fatte con riserva.
Il Consiglio di Stato non ha svelato i motivi del ricorso, quindi la partita è ancora aperta. Per i ricorrenti non c'è solo la questione delle incompatibilità, ma anche questioni individuali da affrontare.
Sia l'associazione nazionale presidi, sia i sindacati esultano, perché così sono stati salvati i vincitori del concorso.