Continuano ad essere esclusi centinaia di supplenti dalle assegnazioni delle cattedre annuali per colpa del nuovo sistema informatico del ministero all'Istruzione. L'algoritmo, sperimentato per la prima volta quest'anno, non ha selezionato molti docenti dalle graduatorie dopo la prima chiamata in agosto considerandoli per errore "rinunciatari": dunque nella seconda convocazione a settembre, con nuove cattedre risultate disponibili in quelle stesse scuole, non sono stati più interpellati.
Il sito online di Repubblica dipinge il quadro della situazione, in particolare quella bolognese: "E così docenti con esperienza di anni alle spalle e punteggi alti si sono dovuti accontentare di essere chiamati solo successivamente dalle scuole con contratti per pochi mesi o sono stati mandati a insegnare lontano da casa. Mentre colleghi con punteggi inferiori, anche neolaureati, sono passati davanti. Ed è protesta, con almento un centinaio di diffide inviate all'ufficio scolastico provinciale di Bologna".
Il meccanismo è complicato. Ad agosto i supplenti hanno scelto le scuole dove andare a insegnare, non le hanno ottenute perché hanno convocato su quel posto persone più alte in graduatoria o a pari punteggio. Poi in quelle stesse scuole sono spuntati nuovi posti liberi che sono stati messi a disposizione a settembre, in una seconda convocazione. Il motivo? Chi era stato chiamato in prima battuta ha rinunciato o perché la scuola ha aggiornato i posti liberi successivamente al primo elenco uscito in agosto. L’algoritmo non ha permesso di assegnarli ai primi esclusi scorrendo la graduatoria con ordine. Nelle seconde convocazioni gli esclusi al primo giro non sono stati ripescati, considerati paradossalmente “rinunciatari”.
Le testimonianze dei docenti esclusi dalle graduatorie
Ad esempio, Elena con i suoi 45 punti ha partecipato al primo round indicando, come tutti, 150 istituti in cui avrebbe preferito andare in provincia di Bologna su quelli che risultavano avere cattedre disponibili nelle sue materie. Non ce l’ha fatta, è stata considerata rinunciataria. Ha dovuto attendere così che la chiamasse un istituto, è arrivata la telefonata dal liceo Sabin per un contratto sino a gennaio. Peccato che chi aveva 41 punti le è passato davanti, ottenendo un incarico annuale. Fa rabbia. E non solo, ne va della vita delle persone, della distanza che ogni mattina devi percorrere per andare in classe, dello stipendio.
Andrea è finito a Sesto Imolese, colleghi con punteggio più basso insegnano a Bologna. Altra storia, quella di Elena, maestra alla primaria: pur avendo un punteggio di 105 non le è stato assegnato un incarico sino al 31 agosto, ma solo al 20 giugno, mentre chi ha avuto il contratto più favorevole, con due mesi in più di stipendio, è stato ottenuto da persone con 12 punti, praticamente neolaureati.
Claudia ha perso un contratto annuale, ottenuto da chi aveva punteggi inferiori al suo, e ora lavora con una supplenza fino a dicembre. Non è esattamente la stessa cosa. “Invece di riprendere la convocazioni da chi non era stato chiamato in agosto per mancanza di disponibilità nelle scuole che interessavano al candidato – racconta – sono partiti dopo l’ultimo dei convocati la prima volta. In questo modo sono state scavalcate decine di persone, me compresa, perché il non aver spuntato tutte le opzioni possibili, e anche quelle che dovevi immaginare, è sinonimo, per il ministro o di chi per lui, di rinuncia”.
Ecco la storia di Lorenzo: "Il sistema mi ha completamente saltato pur avendo espresso tutte le preferenze per tutte le cattedre per tutta la provincia. Dall'ufficio scolastico provinciale mi hanno detto che il sistema, arrivato al mio punteggio, ha visto che non c'erano cattedre libere e quindi mi ha depennato ed è passato avanti. Il problema è che circa 15 cattedre assegnate a candidati prima di me sono rimaste bloccate per 48 ore in attesa della loro firma che non è mai arrivata. Quindi si sono liberate di nuovo cattedre su cui io avevo espresso preferenza ma che non ho potuto ricevere. E queste cattedre sono andate a colleghi con punteggio inferiore al mio. In pratica quest'anno non c'è stato un criterio meritocratico in base al punteggio, ma semplicemente in base al caso. Il caso di trovarsi interpellati dal sistema al momento giusto e al punto giusto. Non ha nessun senso". Lorenzo ora lavora su "spezzoni" di cattedre su chiamata dalle graduatorie di istituto. "Davvero poca roba".
La battaglia dei precari è esplosa ora con le diffide perchè agli esclusi con punteggi alti ora sono rimaste le briciole: chi è a casa, chi lavoro con supplenze brevi e saltuarie. "Prima abbiamo cercato di capire dall'ufficio scolastico, poi ci siamo rivolti al sindacato ma i ricorsi sono difficili da fare e costosi, almeno 5mila euro, e non ce lo possiamo permettere". Nemmeno un algoritmo poteva permettersi di mortificare il merito in un mondo, quello della scuola, che ne avrebbe davvero bisogno.