Inserita a sorpresa nel DL Aiuti Bis, l’ultimo decreto utile di questa legislatura, l’introduzione del docente esperto avrebbe dovuto cambiare (seppure con tempi molto lunghi) il mondo dei docenti.
Il criterio per diventarlo? Superare tre corsi triennali di formazione per aumentare poi il proprio stipendio di 5.625 euro annui fino a fine carriera, oltre 400 euro al mese.
Immediate sono state le critiche dei sindacati, che avrebbero voluto destinare le risorse per le assunzioni in ruolo, la conferma dell’organico Covid o la ventilazione delle aule in vista del nuovo anno scolastico. Inoltre, per il sindacato Anief, l’introduzione di una “carriera” per gli insegnanti avrebbe dovuto essere discussa a seguito di un dibattito con i rappresentanti dei lavoratori.
Sulla stessa linea la presa di posizione del Partito Democratico, che tramite una nota della senatrice Simona Malpezzi si spinge a chiedere lo stralcio del provvedimento.
“È profondamente sbagliata la qualifica professionale di “docente esperto” che introduce una forma di carriera senza alcun confronto con le forze sociali, le associazioni dei docenti e al di fuori della sua sede naturale che è la contrattazione collettiva. Per questo, ne chiederemo lo stralcio dal decreto”.
“Siamo favorevoli alla definizione di incarichi e progressione di carriera per i docenti, ma non per legge e senza condivisione con la scuola” ha aggiunto la senatrice.
Le motivazioni della fretta con cui la norma è stata scritta e a sorpresa inserita nel DL Aiuti Bis sembra derivare da una precisa richiesta della Commissione Europea.
Questo in quanto il decreto PNRR 2, contenente la riforma della scuola dello scorso giugno, avrebbe scontentato i tecnici europei che hanno così posto le loro rimostranze all’esecutivo italiano.
In effetti meccanismi simili alla “carriera del docente” esistono già da anni in altri paesi dell’Unione Europea ma c'è ora la possibilità di continuare a non vederli in Italia.