Il lavoro dell’insegnante oggi è diventato molto stressante anche e soprattuto a causa dell’eccesso di burocrazia e degli adempimenti da svolgere continuamente.
La conferma che si tratta di un problema sempre più pressante arriva da un recente sondaggio di Orizzonte Scuola, che chiedeva ai propri lettori quale priorità dovesse adottare Patrizio Bianchi trascorso un anno dal suo mandato come Ministro dell’Istruzione.
Ebbene, su un totale di oltre 1800 risposte, il 10% degli utenti ha risposto che la sburocratizzazione della scuola deve essere una delle azioni principali da perseguire: adempimenti a non finire, non solo nelle segreterie ma anche per gli insegnanti, che ormai sono saturi di attività non legate direttamente alla didattica.
A commentare tale risultato molti docenti che in effetti chiedono: “noi docenti siamo ormai dei burocrati, facciamo riunioni a non finire e ci rimane veramente poco tempo per la nostra vera missione che è quella didattica"; “Firme, documenti, adempimenti, riunioni. Non si capisce più che mestiere faccia il docente. Ministro Bianchi, vogliamo tornare a fare didattica".
“Ci vorrebbero dati ben definiti dal Ministero e poi il passo successivo sarebbe quello di definire nel contratto quali e quante ore da lavorare complessivamente. Si tratta di una mancanza molto forte”, ha detto Carlo Cottarelli, direttore Osservatorio conti pubblici italiani, intervenuto ad Orizzonte Scuola Tv a proposito del lavoro sommerso dei docenti.
“La prima cosa che c’è da fare è avere più informazioni, per far capire le cose che si fanno – continua l’economista -. La seconda cosa che bisognerebbe fare è tabula rasa di tutti i compiti burocratici, andiamo a vedere le cose che stanno al di fuori dell’insegnamento frontale e la correzione dei compiti e preparazione delle lezioni. L’impressione che io ho è che le relazioni che vengono fatte non sono lette mai da nessuno“.
Ancora più centrato l'intervento di Rino Di Meglio, coordinatore di Gilda degli Insegnanti: “Se facessimo uno studio approfondito, noteremmo che molte delle ore che spendono a scuola i docenti sono perse in questioni organizzative, burocratiche e di supporto alla dirigenza scolastica. Questo non va a vantaggio degli alunni“, spiega il sindacalista.
“Il contratto serve fino ad un certo punto. Abbiamo cercato di mettere dei limiti, le famose ore di insegnamento, la funzione docente, queste non sono cose quantificabili. Abbiamo le 40 ore annue relative gli impegni di natura collegiale ma in realtà le ore sono tantissime di più", prosegue Di Meglio.