Galimberti: “Licenziate i cattivi insegnanti, e chi non è empatico cambi mestiere. Una pizza con gli studenti? Mai”

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"La vera riforma della scuola sarà quella di eliminare il ruolo. Sono per la scuola pubblica purché si possano licenziare gli insegnanti cattivi".

E ancora: chi non ha empatia non può fare questo mestiere. I professori dovrebbero infatti essere sottoposti a test di personalità e a un colloquio per verificare se sono adeguati alla professione. Perchè non bisogna farli per assumere un docente? Dappertutto sì e a scuola no?”.

Questi sono solo alcuni dei temi principali sollevati da Umberto Galimberti, filosofo, accademico e psicoanalista, davanti alla folla di Piazza Grande a Modena, in occasione del Festival della Filosofia 2022.

Un intervento che chiama in causa il pensiero di ognuno, crea questioni morali su cui siamo obbligati a ragionare e rispondere. Al di là del trovarci o meno d’accordo con le posizioni del filosofo. 

“Avere empatia con gli alunni non significa però andarci a mangiare una pizza insieme. Non fatelo mai. Non mangiate la pizza con i ragazzi, perdereste la vostra autorità, non fatelo”. 

L'ingiustizia che subiscono i ragazzi 

Il tema del Festivalfilosofia era l’ingiustizia e la più grande, secondo Galimberti, è la modalità con cui stiamo crescendo i nostri ragazzi, principalmente perché questa scuola non educa più. 

“Istruire non basta, ammesso che la scuola italiana ci riesca. L’educazione è un’altra cosa rispetto all’istruzione. L’educazione investe aspetti emotivi, e come diceva Platone la mente non si apre se non si apre il cuore”. 

“Quanti sono i maestri che aprono il cuore ai nostri bambini? La scuola sospende i bulli anziché tenerli a scuola il doppio del tempo. Solo nella scuola primaria si respira anche l’aspetto educativo” 

Un lungo attacco ai genitori 

"Fuori i genitori che fanno i sindacalisti dei figli, preoccupati solo della promozione" tuona poi Galimberti, ma il problema con le famiglie degli alunni non è solo questo.

“Molti genitori parlano male degli insegnanti davanti ai loro bambini. Questo non deve mai avvenire a quell’età. Se si parla male della maestra avviene un trauma, che a livello affettivo non è risolvibile. Peraltro, se un bambino ha la sfortuna di avere una maestra che non va bene, ci saranno tante altre maestre e maestri che sono bravi”. 

Non solo, a dover cambiare per Galimberti è anche il modo di educare i figli in famiglia. 

“I bambini arrivano a scuola a 6 anni ma prima sono già stati riempiti di regali in una quantità impressionante. Regali che non hanno desiderato. In questo modo si uccide il desiderio che è il luogo della mancanza, la molla della vita”. 

“Una volta che hai eliminato il desiderio non devi poi però meravigliarti se da grande tuo figlio dirà che non ha voglia di fare niente e che niente lo appassiona”. 

Sovraffollamento e scarse capacità dei docenti

Sul tema del sovraffollamento in aula Galimberti ha un’idea chiara: “ora che gli studenti diminuiscono per la denatalità si accorpano le classi. È sbagliato, occorrerebbe approfittare della situazione per creare classi meno affollate”.

L’ultimo pensiero è invece di nuovo a favore del licenziamento di che meno si merita il ruolo di docente. 

“Mi ha scritto un dirigente scolastico di un istituto italiano che comprende scuola primaria e secondaria e mi ha detto che il 45% dei suoi insegnanti è costituito da gente che è fallita nel settore della libera professione, un 20% da inidonei all’insegnamento. Cosa facciamo in questi casi? Ce li teniamo. Questo è il modo in cui teniamo alla nostra scuola”. 


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