I fondi destinati all'organico Covid non sono stati tutti utilizzati, e le scuole hanno così “restituito” ben ottocento milioni di euro: questa è infatti la cifra non utilizzata durante il secondo anno di pandemia dagli istituti scolastici, che avevano inizialmente ricevuto quasi 2 miliardi di euro, ne sono però stati spesi solo il 57,93% (dato del Miur).
Anche i sindacati, tra cui Lena Gissi, segretaria nazionale della Cisl, ha criticato l’errata programmazione dei finanziamenti: “Lo scorso anno le risorse Covid – si legge sul Fatto Quotidiano - sono state distribuite con calcoli errati e con circolari che invitavano i dirigenti scolatici alla massima cautela. Da qui l’utilizzo parziale dei soldi che ha prodotto la restituzione di milioni di euro”.
Secondo il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, si tratta di risorse non usate perché non è stato possibile “sdoppiare” tante classi quante erano previste (a causa della mancanza di spazi) e pertanto non sono serviti insegnanti in più. Fatto sta che non si sa ancora che fine faranno questi soldi.
Dal Miur ammettono, comunque, che la previsione del fabbisogno è stata “di manica larga”, in quanto fatta ad agosto 2020 sulla base delle possibili esigenze delle scuole.
Il ritorno della didattica a distanza durante la seconda ondata ha però portato a una contrazione delle richieste, perché la necessità di prof in presenza era inferiore.
Augusta Celada, la dirigente lombarda dell'Usr, spiega anche che “da noi non riusciamo nemmeno a trovare i supplenti per l’attività ordinaria, figuriamoci per il contingente Covid”.
Antonello Giannelli ha lanciato anche una propria idea: “Non ci sono stati gli sdoppiamenti di classe ipotizzati. Servivano aule in più. Ora, se questi fondi sono riutilizzabili come avanzo di amministrazione, dovrebbero essere investiti sul recupero del patrimonio edilizio”.