Liceo senza voti di Roma, l’attacco del filosofo Ercolani: “Un istupidimento di massa che mortifica il merito”.

Liceo senza voti di Roma, l’attacco del filosofo Ercolani: “Un istupidimento di massa che mortifica il merito”.

Il caso del Liceo Morgagni (di cui vi avevamo raccontato ogni dettaglio in questo articolo) sta facendo discutere il mondo della scuola italiana.

Stiamo parlando di un istituto che, in alcune sue sezioni, ha rimosso del tutto il sistema delle votazioni numeriche. Compiti e verifiche si fanno comunque, ma il giudizio è una sorta di analisi fatta insieme allo studente su cosa va migliorato. E lo stesso vale per il voto di fine quadrimestre (obbligatorio per legge), che viene sì dato ma dopo averne discusso in classe. Alla base del funzionamento di questo metodo c’è un ampio spazio lasciato ai lavori di gruppo e un rapporto più umano tra docenti e alunni, con questi ultimi che si sono dimostrati entusiasti.

Il mondo dell’Istruzione italiano si è appunto diviso su questo metodo, tra chi lo considera giusto per una crescita sana dei ragazzi e chi lo attacca senza mezzi termini.

Di questa seconda categoria fa parte il filosofo Paolo Ercolani, professore all’Università di Urbino, che nel suo blog sul Fatto Quotidiano non ha risparmiato critiche verso quello che per lui è “il compimento dell’ormai decennale operazione di istupidimento di un’intera popolazione”.

Questa degradazione graduale ma costante dell’istruzione italiana ha prodotto effetti che sono sotto gli occhi di tutti: classi dirigenti e politiche spesso imbarazzanti, ceto intellettuale pressoché assente dal dibattito pubblico (…) artisti e scrittori che producono perlopiù immondizia (…) Un disastro socioculturale, a cui aggiungere la lobotomizzazione di massa inferta a giovani e giovanissimiha scritto con toni accesissimi Ercolani.

Ora questa proposta scellerata di una scuola senza voti. Apparentemente rivolta alla salute dei ragazzi, si rivela in realtà il colpo di grazia alla formazione delle nuove generazioni. Con quasi il 100% di diplomi e lauree concessi agli studenti, infatti, il sistema della votazione è rimasto l’unico a segnalare chi merita ed emerge dalla massa”.

Conservatori e reazionari di fine Ottocento accusavano la Scuola di uccidere genio e talento. Oggi si mira direttamente a non produrli, a mortificare ogni possibilità di scelta da parte dei ragazzi di voler distinguersi dal gregge”.

Tanto – conclude amaro il filosofo - i figli dei ricchi possono andare nelle prestigiose scuole e università all’estero”.


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