Pavia, madre scopre in una chat le offese delle maestre al proprio figlio. Denunciata per violazione della corrispondenza.

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“Pirla”, “sporco”, “bambino di m...”. Sono gli insulti che una madre, nonché insegnante, ha trovato su una chat di Whatsapp rivolti al proprio figlio, di 8 anni. A scriverle, quelle parole, tre colleghe dello stesso istituto di Pavia lo scorso inverno.

Gli insulti furono oggetto di una denuncia che portò alla sospensione in via cautelare delle maestre.  

Ma è notizia di questi giorni la contromossa legale, con la denuncia lanciata alla madre-collega per accesso abusivo a sistema informatico e violazione della corrispondenza.

Il caso è quindi passato a Milano, all'esame della Corte d'appello del capoluogo lombardo, che è competente per i crimini informatici in tutta l'area. 

La madre, di 39 anni, racconta di aver scoperto la chat in maniera totalmente casuale. Era stata proprio una delle colleghe a chiederle di controllare il pc malfunzionante e, una volta entrata in rete, aveva scoperto la chat catturata dall’avere notato il nome del figlio.  

Approfondendo la madre ha scoperto come la chat andasse avanti da mesi con tanto di foto denigratorie, una delle quali lo ritraeva a testa e in punizione al proprio banca. Non solo, segnalate anche battute su di lei e il marito.

Raccolto tutto il materiale lo aveva consegnato alla dirigente scolastica dell’istituto e al difensore civico della Regione Lombardia. 

Ora sta alla Corte d’appello decidere se le azioni della madre, in difesa del figlio, costituiscano un reato.  


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