Un dossier pubblicato dal ministero all’Istruzione ha fatto chiarezza sulla situazione degli alunni con disabilità nelle scuole italiane, per gli anni scolastici 2019/20 e 2020/21.
Ciò che desta subito attenzione è la disparità tra l’aumento di alunni con disabilità e la diminuzione degli insegnanti di sostegno specializzati. Questo si riflette nell’aumento di supplenze assegnate a docenti non abilitati sul sostegno, in particolare nel nord Italia.
Dal 2004 ad oggi il numero di studenti con difficoltà fisiche o d’apprendimento è passato da 167mila a 304mila, ovvero dall’1,9% al 3,6% del totale. Tutto questo mentre il numero totale di studenti iscritti alla scuola italiana calava del 6%.
Tra le disabilità registrate, quelle di maggior peso sono i disturbi intellettivi che riguardano il 69,5% dei ragazzi con difficoltà.
Le disabilità motorie riguardano il 2,8% del totale, le disabilità uditive l’1,9% e le disabilità uditive 1.3%.
Nel restante 24,5% rientrano disabilità di altro tipo, come i disturbi specifici dell’apprendimento e la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
C'è infine il capitolo degli studenti stranieri, che in Italia rappresentano il 10,3% del totale, ma la percentuale sale considerando solo gli studenti con disabilità. Quelli stranieri sono infatti il 14,3%.
Per questo motivo continuare a impiegare docenti non abilitati al sostegno, magari senza esperienza linguistica, non può che fare aumentare il divario di apprendimento per questi ragazzi, non garantendo il costituzionale diritto alle pari opportunità.
Rivedere il sistema dei TFA sostegno, aperti a discrezione dalle università sulla base delle richieste, e riconoscere ai docenti la giusta retribuzione dovrebbe essere la strada da percorrere per risolvere la situazione.