Si sta ancora discutendo oggi del limite massimo di alunni che potranno essere in presenza a scuola da lunedì.
Nei giorni scorsi, ai tavoli con le regioni, si era arrivata alla cifra del 60%, percentuale che per il governo inizialmente doveva essere al 100%.
Ora invece si è arrivati a una nuova cifra, il 70%.
I motivi presi in esame ieri erano chiaramente legati ai dati epidemiologici: è vero che sono in lieve miglioramento, ma il timore della Sanità è che con la zona gialla e le riaperture si torni a peggiorare nei contagi. Saranno le scuole a decidere oggi, si attende dopo la pubblicazione del decreto del Governo in Gazzetta ufficiale, una nota dell'ufficio scolastico regionale.
Si sono intanto indagate le condizioni di apertura di ogni istituto. "Da Bologna è uscito che tutti gli istituti sono in grado di riprendere almeno al 60% - osserva, su Repubblica.it, il direttore dell'ufficio scolastico provinciale Giuseppe Panzardi - c'è una parte che oscilla tra il 75 e il 100%, altri che avrebbero le condizioni per accogliere tutti. Ma credo sarebbe problematico, anche perché la rilevazione è stata fatta al netto dei trasporti".
"Le popolazioni scolastiche non sono affettabili come la mortadella - osserva Roberto Fiorini, preside del Mattei - La nostra disponibilità è ripartire al 100%, ma considerato i dati di contesto aumenteremo al 75%, se ci lasceranno scegliere. Un modo per rassicurare le famiglie: da una parte i ragazzi non ce la fanno più a stare a casa, dall'altra dobbiamo tenere conto della paura per i contagi".
Il Comitato Priorità alla scuola contesta al governo la retromarcia sul rientro di tutti i ragazzi in aula. E ieri mattina il governatore Stefano Bonaccini a Sky24 ha riacceso la questione sui doppi turni. "Si è decisa una flessibilità della presenza, perché c'è un tema serio che riguarda i trasporti, anche facendosi aiutare dai privati c'è un problema delle ore di punta" ha detto. Per poi aggiungere: "Mi sarei aspettato più flessibilità dal fronte scuola per la diluizione degli orari delle lezioni anche al pomeriggio".
Immediata la replica. "Basta con lo scaricare le responsabilità, ciascuno si assuma le proprie – reagisce Lamberto Montanari, dell'associazione presidi dell'Emilia-Romagna - abbiamo già detto che non si poteva far andare i ragazzi al pomeriggio. Non si può rivoluzionare da un giorno all'altro l'organizzazione degli istituti". Quello che tutti si preparano a fare, anche solo per ammettere in aula il 10% in più. Insiste il responsabile Cgil dei dirigenti scolastici Gianluca Dradi: "Ora siano le autorità a consolidare il principio del buonsenso, limitando la presenza al limite minimo consentito".