Il rientro a scuola sarà fatto in modo progressivo e sicuro. Da lunedì infatti i ragazzi e le ragazze delle superiori torneranno in classe al 60% invece che al 50% nelle regioni gialle e arancioni - che sono la stragrande maggioranza - e al 50% nelle regioni rosse. Le scuole o i Comuni dove la mobilità e le aule lo permettono potranno anche accogliere più classi.
Una particolare attenzione va agli studenti che dovranno sostenere la Maturità: dal ministero dell’Istruzione infatti indicano le quinte superiori come le classi a cui dare priorità per la presenza in classe. I bambini di nidi, materne, elementari e medie invece saranno tutti a scuola.
Per limitare i rischi di nuovi picchi di contagi, la politica sceglie un ritorno graduale in classe: bocciato quindi, per il momento, il rientro al 100%. Soddisfatti i presidi e le regioni.
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi insiste perché "l’obiettivo da realizzare quanto prima è quello di riportare tutti in presenza al 100%", pur con la consapevolezza che si potrebbe dover aspettare fino a settembre, visto che manca un mese e mezzo alla fine della scuola: «Bisogna lavorare anche - ha detto - in vista di settembre a cui dobbiamo arrivare preparati». Ora toccherà ai tavoli dei prefetti, istituiti dalla ministra Azzolina lo scorso dicembre, riunirsi per stabilire quote e regole per i trasporti da applicare da lunedì, provincia per provincia.
Anche le università si preparano a tornare in presenza al 100%. Verosimilmente l'obiettivo si realizzerà solo in autunno, anche perché le lezioni negli Atenei terminano per lo più nel mese di maggio. «La presenza, lo scambio e il confronto che si creano tra studenti, ricercatori e professori - ha detto la ministra Maria Cristina Messa «sono caratteristiche imprescindibili della formazione universitaria».
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