La giornata di ieri 12 aprile è stata quella che ha svelato tutti i progetti del governo sul reclutamento docenti nella scuola del futuro. Il ministero all’Istruzione ha incontrato prima le forze politiche della maggioranza e poi le organizzazioni sindacali illustrando il progetto in tre slides, una cosa che non è piaciuta ai sindacati.
Il governo ora procede spedito. Per rispettare le tempistiche del PNRR la riforma dovrà essere completata entro giugno.
Si sapeva che nelle intenzioni principali c’era quella di istituire concorsi annuali, e da ieri si è anche capito come vi si potrà accedere, in particolare per scuole medie e superiori. Qui di seguito ve lo spieghiamo.
Per coloro che si affacceranno agli studi per diventare docente, si dovrà passare da una laurea magistrale o a ciclo unico, poi da un corso di formazione organizzato dagli Atenei (in stretta collaborazione con le scuole) per conseguire 60 CFU. Crediti formativi, universitari o accademici, dei quali al momento si sa solo che dagli aspiranti docenti saranno acquisite "competenze teorico-pratiche".
Al termine si dovrà superare una prova di abilitazione che darà l’accesso ai concorsi per una cattedra di ruolo.
Superato il concorso si affronterà un anno di prova che si concluderà con la valutazione finale e l’immissione in ruolo definitiva.
Come funzionerà invece il reclutamento dei docenti precari, già al lavoro in queste ultime annate? Ci sarà un percorso dedicato per tutti coloro con all’attivo almeno 36 mesi di attività.
Questi docenti potranno già accedere al concorso pubblico per poi, in un secondo momento, completare un riallineamento formativo fatto dall’acquisizione di 30 CFU, anno di prova e test di abilitazione finale.
Infine un terzo canale per il reclutamento, quello transitorio in attesa che la nuova riforma corra a pieno regime. Questo canale resterà attivo fino al 2024 e dovrebbe portare all’assunzione di 70mila docenti.
Il percorso della fase transitoria permetterà a chi ha una laurea magistrale e 30 CFU formativi universitari e accademici, di accedere ai concorsi docenti. Superando il concorso si potrà ottenere un contratto di supplenza part-time e si dovrà integrare la formazione iniziale con altri CFU.
A questo punto per poter insegnare nelle scuole paritarie ci sarà da sostenere una prova finale che darà l’abilitazione. Per insegnare nelle statali invece, si dovràintraprendere l’anno di prova con esame valutativo finale. Superandolo si sarà ammessi in ruolo.
Resta da capire come verrà rivisto il mondo delle graduatorie delle supplenze e come verrà integrato il discorso dei 24 CFU, obbligatori in questi ultimi anni, nelle nuove normative. Probabile che vengano riconosciuti all’interno del totale richiesto, con obbligo di acquisire i restanti.
Già annunciate invece le novità sulla formazione continua dei docenti, che permetterà scatti di stipendio non più legati alla sola anzianità di servizio. Qua vi spieghiamo come funzionerà.
I contenuti della bozza restano non definitivi anche perché manca il parere della Commissione europea legato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il governo vuole però presentare il decreto legge subito dopo Pasqua, nel Consiglio dei Ministri del 21 aprile. Senza intoppi di sorta il via libera definitivo dovrebbe arrivare, insieme alla fine dell’anno scolastico, con l’inizio dell’estate.