La rivoluzione del reclutamento docenti sta diventando realtà e sarà la sesta negli ultimi 20 anni. A fine aprile il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma del Miur, integrata nel Pnrr dal quale riceverà importanti disponibilità economiche che nella maggior parte verranno però investite nel miglioramento dell’edilizia scolastica.
Da quel momento però è cominciata la battaglia politica, infiammata ancor di più dallo sciopero nazionale dei docenti dello scorso 30 maggio. Tanti partiti hanno raccolto la protesta, presentando in parlamento in queste settimane centinaia di emendamenti.
La situazione è dunque in divenire e qualcosa cambierà, ma su certi temi il governo si è esposto a un punto tale da non poter tornare indietro e se modifiche ci saranno, saranno minime. Parliamo di temi come la formazione continua o il tirocinio abilitativo.
Mentre la situazione dei 24 CFU andrà seguita con attenzione. Dovrebbero diventare 60, metà dei quali derivanti dal tirocinio. È ragionevole pensare che chi li abbia già conseguiti, o ne abbia già conseguito una parte se li vedrà riconosciuti nella parte teorica, dovendo compensare con i CFU rimanenti.
La legge prevede attualmente che il sistema di reclutamento sia strutturato in 3 passaggi:
A riguardo della prova scritta, il ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi ha annunciato che il sistema delle risposte a crocette verrà accantonato: “Dal 2025 torneremo alle domande aperte”.
Un’altra possibilità per partecipare al concorso, non però a quello di sostegno, è quella di aver svolto tre anni di servizio, anche non continuativi, nei cinque precedenti, entro il termine di presentazione delle istanze di partecipazione al concorso.
Dunque questa è una possibilità per gli aspiranti senza abilitazione, in possesso del solo titolo di studio d’accesso. L’abilitazione andrà conseguita successivamente.
Il decreto al momento non precisa in quale grado di istruzione debba essere prestato il servizio o se almeno un anno, o più, debba essere specifico, ossia prestato nella classe di partecipazione al concorso.
Un ultimo canale per il reclutamento sarà quello transitorio in attesa che la nuova riforma corra a pieno regime. Questo canale resterà attivo fino al 2024 e dovrebbe portare all’assunzione di 70mila docenti.
Il percorso della fase transitoria permetterà a chi ha una laurea magistrale e 30 CFU formativi universitari e accademici, di accedere ai concorsi docenti.
Anche in questo per insegnare poi nelle scuole statali si dovrà intraprendere l’anno di prova con esame valutativo finale. Superandolo si sarà ammessi in ruolo.