Il contratto scuola è già scaduto, ma la trattativa per il rinnovo procede a rilento.
Questo significa che i conti pubblici vedrebbero uno spostamento di denaro previsto per i contratti al 2023.
Complessivamente il contratto scuola prevede 622,9 milioni per il 2019, 963 milioni per il 20220 e 2021,3 per il 2021. Il recupero dei soli arretrati maturati fino alla fine del 2022 produce un costo lordo una tantum da oltre 5,6 miliardi e un peso effettivo sui saldi da 3,5 miliardi. Questa è la cifra destinata al rinnovo del CCNL scuola prevista per il 2022 ma che verrà spostata al 2023.
Resta poi la questione di circa 340 milioni in più provenienti dal MOF (Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa): infatti, è stato raggiunto l’accordo spinto da mesi dai sindacati, di spostare una parte della cifra prevista per il MOF al contratto scuola.
Il MEF non ha ancora dato l’ok per lo spostamento delle cifre. Ma se anche dovesse arrivare entro la fine dell’anno queste risorse dovranno aggiungersi a quei 3,5 miliardi previsti per il rinnovo.
Gli oltre 300 milioni dal MOF non incideranno molto sulla busta paga in base alle stime complessive e si è infatti molto lontani dalle 3 cifre che chiedevano i sindacati.
I docenti in busta paga potrebbero ricevere una cifra compresa fra i 15-20 euro circa in più.
La base di partenza è un aumento medio di circa 50-60 euro netti in busta paga a cui bisognerà aggiungere, dunque, le risorse provenienti dal salario accessorio.
Le possibilità di firmare il contratto per tempo rimangono. Come annunciato da Marcello Pacifico, presidente del sindacato ANIEF, si prova ad accelerare e nei prossimi giorni sono previsti incontri sull’ordinamento professionale: il 25 ottobre per il personale della scuola, il 27 ottobre AFAM e il 3 novembre per il personale ricerca e università.