Il giorno dello sciopero generale nel mondo della scuola è arrivato. Proclamato dalle maggiori sigle sindacali (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda) si attende un’ampia partecipazione che potrebbe provocare disservizi in molti istituti a pochi giorni dal termine dell’anno scolastico.
A Roma è previsto l’arrivo di un centinaio di pullman per una manifestazione che in mattinata si terrà a piazza Santi Apostoli. Nelle intenzioni dei sindacati una delegazione avrebbe anche dovuto arrivare sotto il Parlamento, ma la Questura ha negato l’autorizzazione.
I temi della protesta sono riconducibili principalmente alla riforma del reclutamento scolastico introdotta dal Miur nelle scorse settimane. Una riforma che andando a decidere anche gli aumenti salariali nel campo dei premi alla formazione continua dei docenti, è andata a toccare temi che sarebbero, per i sindacati, dovuti rimanere esclusivo tema del contratto nazionale del lavoro.
Altre critiche sono sulla stessa formazione continua, definita per pochi, sulle risorse previste per la scuola e sul mancato reclutamento dei precari a cui è stata negata l’abilitazione. Un trattamento “umiliante” secondo la Flc Cgil.
Ma la lista delle richieste dei sindacati è lunghissima e, tra il resto, contengono la riduzione del numero di alunni per classe, più risorse per i profili ATA, emanazione del bando di concorso per i Direttori dei servizi generali e amministrativi, semplificazione delle procedure amministrative per le segreterie.
Il sindacato Anp dei presidi ha invece espresso la sua contrarietà allo sciopero.
“Il ritornello è il solito: stabilizzare i precari, non considerando per nulla il diritto degli alunni ad avere insegnanti migliori, più preparati, più aggiornati” sono le parole di Cristina Costarelli di Anp Lazio, raccolte da Quifinanza.it.
“Si vuole evidentemente la distribuzione a pioggia di soldi per tutti, senza sentir parlare di merito e differenziazioni” ha aggiunto Mario Rusconi di Anp Roma.
È forte dunque il rischio di scuole ferme per mancanza di personale. Una legge del 1990 prevede però che il Dirigente scolastico formi un gruppo minimo di lavoratori per garantire le prestazioni indispensabili.
Di base si parla solo di personale Ata ma in particolari momenti dell’anno, come le attività riguardanti gli scrutini e gli esami finali, anche le attività scolastiche possono diventare servizi essenziali.