La scuola italiana spende tanto ma spende male: per ogni alunno 2.500 euro in più della media europea

Scuola Investimenti

La campagna elettorale appena conclusa si è giocata anche sul mondo della scuola, con ampie promesse riguardanti lo stipendio dei docenti.

Tutte le forze politiche hanno garantito un aumento, ma soprattutto si è discusso del portare la busta paga degli insegnanti italiani al livello di quelle dei colleghi europei. Una proposta lanciata dal PD e considerata da molti rivali improbabile, in quanto richiederebbe almeno 5 miliardi di euro in più da investire ogni anno sul mondo della scuola.

Eppure, l'Italia non spende meno della media europea nella scuola. Semplicemente lo fa male.

Istruire ogni studente, dai 6 ai 15 anni, costa allo Stato italiano quasi 75mila euro, superando la media europea di 72.500 euro. 

La percentuale di spesa pubblica sul Pil per la scuola, dall’infanzia alle superiori, è stata del 3.5% nel 2020, addirittura in aumento rispetto al 3% del 2010, periodo dell'ultimo grande taglio, quando la riforma Tremonti-Gelmini abbassò la spesa sulla scuola di quasi 2 miliardi di euro annui.

Male solamente la spesa pubblica relativa alle università, ferma allo 0,3% e molto al di sotto delle medie europee. 

Sono i dati diffusi da un report della Fondazione Agnelli, che ha tenuto a precisare come questo non significhi “che si spenda troppo in Istruzione, ma che oltre a continuare a spendere tanto, bisogna spendere bene”.

Un qualcosa che la scuola italiana non sembra in grado di fare, in termini di infrastrutture, di riconoscimento del lavoro dei docenti e di livello di istruzione degli alunni, come possono dimostrare gli scarsi risultati nelle prove Invalsi.

Il direttore della Fondazione Andrea Gavosto ha sottolineato come i programmi politici relativi all’istruzione avessero “idee stantie, con costi non precisati, mentre l’unica preoccupazione era di strappare un voto agli insegnanti”. 

La sfida per il nuovo governo sarà di invertire la rotta in tempi rapidi, per non sperperare i miliardi in arrivo con il Pnrr.  


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