Il caro bollette tocca inevitabilmente anche le scuole. Per questo motivo in Veneto si pensa alla settimana corta per cercare di risparmiare sui consumi di gas ed energia elettrica. È il Corriere del Veneto a riportare la notizia, lanciata dal vicepresidente della Provincia di Verona con delega a Istruzione ed Edilizia scolastica David Di Michele.
Nello scorso anno scolastico prezzi altissimi fanno pensare a un cambio di rotta, nonostante all’inizio del nuovo anno scolastico manchino pochi giorni: sono infatti stati spesi 4,8 milioni, a fronte dei 3,5 nel 2020/2021, e ora si potrebbero sfiorare gli 8 milioni.
"Sono cifre importanti e difficili se non impossibili da sostenere per un ente come il nostro – ha detto Di Michele – la settimana corta ci permetterebbe di ammortizzare costi importanti".
"Non è competenza del presidente della Provincia dire come la scuola si deve e deve formare – risponde Stefano Marcon, presidente dell’ente a Treviso e sindaco del Comune di Castelfranco Veneto, oltre che vicepresidente vicario di Upi nazionale –ridurre servizi o cambiarli per risparmiare soldi non è una buona idea. Io credo che qualcuno debba intervenire a livello governativo per risolvere questa problematica che obiettivamente c’è e riguarderà tutti gli enti locali".
La novità andrebbe a coinvolgere in particolare 150 licei veneti, molte scuole superiori già attuano infatti la settimana corta. Un cambio che però preoccupa i dirigenti scolastici per il poco tempo.
"È molto tardi, l’organizzazione è già avviata e nel nostro caso le materie di studio hanno bisogno di tempi di apprendimento distesi – commenta Roberto Fattore preside del Liceo classico Maffei di Verona – l’orario prevede da 27 a 33 ore. I corsi con 33 ore dovrebbero comprimere moltissimo apprendimenti fondamentali e complicati. Non voglio sottrarmi alla provocazione dell’attualità, ma è una cosa che va affrontata con un tempo di preparazione più lungo".