La squadra del ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi perde un elemento importante nel momento forse più delicato del suo mandato. Quello in cui gestire la riforma della scuola e le discussioni per il contratto nazionale tra Miur e Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni.
Ad essersi dimesso è Mario Ricciardi, consigliere giuridico del Ministro, a cui era affidato proprio il rapporto con i sindacati e la gestione del contratto. Bianchi ha ammesso che il “momento è delicato”.
I temi di divisione sono le nuove regole per il reclutamento degli insegnanti e la loro formazione continua. In pratica gli stessi temi su cui si arenò la riforma della Buona Scuola di Renzi.
Formazione e carriera, nel pensiero di Ricciardi, sono materie che solo in parte vanno regolate per legge, lasciando la parte salariale alle contrattazioni contrattuali.
Questo era evidentemente marcato in maniera più chiara nell’atto di indirizzo che lo stesso Ricciardi aveva presentato mesi fa ai sindacati.
L'elaborazione finale invece, guidata dal capo di gabinetto Luigi Fiorentino, era ben diversa dal lavoro di Ricciardi. Il ministro Bianchi ha difeso Fiorentino e Ricciardi se ne è andato.
In questo articolo potete trovare tutti i dettagli della riforma approvata dal governo lo scorso aprile. Una riforma che si sta però incagliando nel centinaio di emendamenti presentati in parlamento al momento dell’approvazione.