La dipendenza da smartphone è un problema serio per persone di ogni età, ma manifesta i suoi effetti più pesanti nella crescita delle nuove generazioni, soprattutto dopo i duri strascichi lasciati dagli anni di lockdown.
La gestione dello smartphone a scuole è dunque una questione delicata, tornata a generare forti discussioni dopo l’annuncio drastico del Liceo paritario Malpighi di Bologna che ha vietato del tutto la presenza dei dispositivi all’interno dell’istituto. Vanno consegnati all’ingresso e li si rivedono all’uscita. Nessuna possibilità di utilizzarli nemmeno a ricreazione e la scelta del Malpighi non è isolata.
Un sondaggio del sito studenti.it ha portato alla luce come un istituto su quattro preveda la consegna dello smartphone, per quanto nella maggior parte dei casi ne venga permesso l'utilizzo durante la ricreazione.
In Italia è concesso ad ogni istituto di adottare il proprio regolamento, ma la Direttiva 104 del 2007 chiarisce che l’utilizzo dello smartphone è vietato. Non c’è divieto di portarlo a scuola, ma va tenuto spento durante le lezioni, anche per evitare che con foto, filmati o registrazioni venga violata la privacy di alunni e docenti.
Con la fine della Didattica a distanza, ogni istituto è chiamato a prendere una direzione precisa sul tema. Il dibattito è tra la proibizione assoluta e la responsabilità, insegnando ai ragazzi un utilizzo corretto e responsabile.
In favore di questa seconda teoria vi è il rafforzamento dell’autonomia degli studenti e la loro capacità di gestire le “forze distrattive”. Inoltre, vietare lo smartphone a lezione non significa automaticamente conquistarsi la loro attenzione.
Teorie psicologiche spiegano poi come questi divieti assoluti rendano l’oggetto centrale nei pensieri degli alunni, sempre più attratti dal mezzo. E la proibizione porterebbe anche al proliferare di furbetti e di secondi cellulari nascosti...
L’iItis 'Nullo Baldini' di Ravenna ha adottato la scelta di un divieto totale e ha motivato così la scelta: “garantire agli studenti la migliore e proficua attenzione, favorirne la socializzazione e combattere la sempre più diffusa dipendenza”.
Alla base dei divieti come raccontato da diversi docenti, c'è anche quanto accade ad ogni cambio dell’ora, con l’attenzione di ogni studente che finisce sul telefono nel momento esatto del suono della campanella.
Una soluzione alternativa, segnalata da diversi istituti, è quella di vietare lo smartphone solamente nei primi anni di liceo, confidando nella responsabilità degli alunni dai 16 anni in poi.
In età inferiore, dopo anni di isolamento, pensare che tutti gli studenti siano in grado da soli di gestire la presenza dello smartphone in classe è decisamente utopico.