Con il ritorno della didattica a distanza non sono chiare le regole per le scuole e cioè se i professori per collegarsi con i loro alunni a distanza devono andare comunque in classe: gli edifici scolastici restano aperti anche con pochi o nessun studente in presenza, devono garantire i laboratori e la possibilità di frequentare agli studenti disabili o a quelli con bisogni speciali.
La decisione dovrebbe spettare alle singole scuole e infatti non è stata regolamentata nelle norme sulla Dad, che fanno parte di un’integrazione del contratto dei docenti che finora è stata firmata solo da Cisl e Anief.
Il ministero dell’Istruzione ha inviato tre giorni fa alle scuole una circolare, anticipando le modifiche contrattuali che introducono l’obbligo per i professori di fare la Dad almeno fino alla fine dello stato di emergenza il prossimo 31 gennaio. La circolare ha però creato un po' di confusione, perché precisa che “le scuole continuino ad essere aperte e il personale docente e Ata opera in presenza”.
È vero che il testo spiega anche che è “previsto che la dirigenza scolastica adotti particolari e differenti disposizioni organizzative”, ma questo non ha evitato tensioni tra presidi e docenti, specie dove è previsto che tutti gli studenti siano a casa e che si limitino gli spostamenti sui mezzi pubblici.
La circolare contiene anche alcune altre novità che riguardano le lezioni a distanza: le scuole possono decidere di ridurre i moduli da 60 minuti a 45-50 per evitare l’affaticamento dei ragazzi al computer e prevedere pause più lunghe tra una lezione e l’altra.