Il Comitato Diplomati Magistrali comunica la propria adesione allo sciopero del 23 Marzo 2018, proclamato da ANIEF: "Riteniamo indispensabile e doveroso partecipare alla manifestazione ed appoggiare il sindacato, poiché è inaccettabile la situazione venutasi a delineare all’indomani della sentenza in adunanza plenaria del Consiglio di Stato. Ormai è evidente che la legge in Italia NON è uguale per tutti e cittadini con stesso titolo di studio e medesimi requisiti rischiano di essere licenziati da un giorno all’altro, nell’indifferenza generale del mondo politico, che in campagna elettorale ha speso tante belle parole mentre ora sembra tornato ad oziare. Chiediamo con forza e coraggio che la politica risolva questa vicenda, che dura da troppo tempo.
Il 23 Marzo, giorno d’insediamento delle due Camere, saremo a Roma per ricordarvi che noi Diplomati Magistrali esistiamo e non ci arrenderemo. Formeremo una catena umana, sia simbolica che materiale, muniti di catene, striscioni, megafoni. Urleremo a tutti la nostra rabbia, scaturita non solo dall’assurda ed incoerente decisione dei giudici di Palazzo Spada, che dopo innumerevoli sentenze hanno cambiato orientamento nell’ottica di una giustizia schizofrenica e di kafkiana memoria.
Urleremo a squarciagola la nostra indignazione soprattutto per l’inerzia di voi politici, incapaci di mettere in pratica una soluzione equa per tutti e davvero risolutiva.
Nel frattempo ecco lo scenario tetro e cupo che si profila all’orizzonte:
1) licenziamento in massa di docenti con contratto a tempo indeterminato stipulato, che lavorano da anni nella scuola e reggono l’intero impianto scolastico nazionale (molti hanno famiglia con bambini, alcuni disabili assunti con le leggi a tutela della disabilità ecc.)
2) espulsione dalle graduatorie ad esaurimento di persone, che insegnano da anni e saranno condannati al precariato a vita.
Per chi ha poco servizio, in ogni caso va contemplata una soluzione perché la legge è e deve rimanere uguale per tutti. Pertanto, invitiamo i colleghi a partecipare numerosi e i politici a riflettere seriamente sul da farsi, perché è finita l’ora delle chiacchiere. Siamo stanchi, rischiamo il licenziamento e voi avete il dovere morale ed istituzionale di intervenire, il prima possibile. La nostra manifestazione sarà assolutamente pacifica. Le catene hanno un significato simbolico: i nostri sogni (l’insegnamento e il lavoro) sono come le catene…nessuno potrà spezzarli".