Anche in Sardegna si registrano difficoltà a scuola mai avvertite prima: la necessità di reclutare docenti di infanzia e primaria per sostituzioni. Se prima c'era la corsa alla cattedra, ora - forse anche per la paura di essere contagiati - le proposte spesso vengono rifiutate.
"La carenza di docenti è un fenomeno mai visto in Sardegna - spiega all'ANSA il direttore scolastico regionale Francesco Feliziani - che prima aveva interessato solo altre regioni sta diventando realtà anche qui. Ma in generale è il momento più difficile della storia della scuola del Dopoguerra. Se ne esce assumendosi ciascuno le proprie responsabilità, collaborando insieme all'uscita da questa situazione".
Anche nelle medie e superiori si registrano difficoltà nelle chiamate dei supplenti con lo scorrimento delle graduatorie e le chiamate di iscritti che non hanno mai messo piede in aula pur avendo tutte le carte in regola. Se le graduatorie si esauriscono, iniziano le chiamate anche da messa a disposizione.
Inoltre, ragazzi scettici sul ritorno a scuola in presenza: ieri massiccia adesione allo sciopero, oggi solo qualche classe ha disertato le lezioni. Ma la Consulta degli studenti nei prossimi giorni valuterà le prossime iniziative.
"Ma - ribatte Feliziani - quando c'era la Dad tutti la criticavano. È stata importante per l'emergenza, ma è innegabile che abbia avuto anche delle controindicazioni. Non capisco ora questo nuovo desiderio di Dad. Molti si dimenticano che la distanza ha anche creato problemi".
I presidi sono dunque costretti al super lavoro: dall'autosorveglianza alla Dad in caso di diversi positivi in una stessa classe, i dirigenti scolastici devono emanare documenti ad hoc per ogni classe. Tanti i docenti non vaccinati anche in Sardegna: "Nei prossimi giorni avremo un quadro completo e numeri precisi", conclude Feliziani.
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