È divenuta legge, con l’approvazione in terza lettura da parte della Camera dei deputati, la riforma organica degli Istituti Tecnici Superiori.
Anche questa riforma si inserisce all’interno dei piani del PNRR (lo stanziamento è di 1,5 miliardi di euro) e tenterà di rendere la formazione terziaria professionalizzante più attraente per i giovani, formando tecnici dalle elevate competenze tecnologiche.
L'obiettivo del Miur è anche quello di sostenere lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo unitamente al diffondere la cultura scientifica e tecnologica.
Gli ITS restano un mondo sconosciuto a buona parte degli studenti italiano. Eppure, secondo i dati INDIRE 2022, dopo un anno dal termine del percorso di studi, l’80% dei diplomati ITS ha già trovato lavoro, con il 91% di loro che è impegnato in un’occupazione coerente con il ciclo di studi svolto.
L’innovazione partirà dal nome, con gli ITS che saranno chiamati Istituti Tecnologici Superiori, anche detti ITS Academy, e punta a raddoppiare da subito il numero degli attuali iscritti.
Ma non sono gli unici cambiamenti.
Ogni ITS farà riferimento a una specifica area tecnologica definita per decreto, tra cui sicurezza digitale, transizione ecologica, infrastrutture per la mobilità sostenibile.
I percorsi formativi saranno suddivisi in due livelli, a seconda del quadro europeo delle qualifiche EQF (European Qualification Framework) di durata biennale o triennale.
L’attività formativa sarà svolta per almeno il 60% da docenti provenienti dal mondo del lavoro.
Gli stage aziendali e i tirocini formativi saranno obbligatori almeno per il 35% del monte orario e potranno essere svolti anche all’estero, con borse di studio.
Possono iscriversi giovani e adulti con diploma di scuola secondaria di secondo grado o diploma quadriennale di istruzione e formazione professionale, unitamente a un certificato di specializzazione dei corsi di istruzione e formazione tecnica superiore di almeno 800 ore.