Convocazione dei genitori supplenti, Pacifico (ANIEF): "Raggiunto il punto più basso del sistema convocazioni"

Convocazione dei genitori supplenti, Pacifico (ANIEF): "Raggiunto il punto più basso del sistema convocazioni"

"Il fallimento è completo: abbiamo oltre mezzo milione di candidati inseriti a vario titolo nelle tante graduatorie della docenza, ma ci ritroviamo con i presidi costretti a chiamare come supplenti i genitori degli alunni".

Questa pesante ma veritiera considerazione è di Marcello Pacifico del sindacato ANIEF, che prosegue: "accade all’Istituto comprensivo di Bogliasco, Pieve Ligure e Sori, dove la preside ha scritto nel registro elettronico un "appello urgente" ai genitori affinché si candidino per coprire le tante cattedre scoperte. Il dirigente scolastico ha spiegato che le graduatorie dei supplenti sono vuote, le mad (messe a disposizione) esaurite e che per tenere aperta la scuola non si può fare diversamente.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, quello che è accaduto in Liguria è “uno dei punti più bassi di un sistema di reclutamento e di assunzioni che in Italia fa acqua da tutte le parti. Solo i nostri governi non si sono resi conto che per contrastare la precarietà non vi è altro modo che attingere dalle graduatorie per effettuare quelle immissioni in ruolo che continuiamo a non attuare per inadeguatezza delle norme che le regolano. Come si fa ad avere quasi un milione e mezzo di precari, di cui 400mila con tutti i crismi per essere assunti, e poi ritrovarsi a rintracciare candidati con le Mad, sui social e ora anche tra i genitori? A decretare la parole fine potrebbe però essere l’UE, visto che anche il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha dato seguito alla denuncia di ANIEF già accolta dal Comitato europeo dei diritti sociali chiedendo all’Italia di assumere in ruolo anche attraverso procedure straordinarie i supplenti assunti con contratti a termine ripetuti”.

Quella del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa è solo l’ultima vittoria dell’Anief sul tema del precariato scolastico. Già il 26 novembre 2014, infatti la Corte di giustizia europea, con sentenza in cause riunite nn. C-22/13, C-61/13, C-62/13, C-63/13, C-161/13, Mascolo, si espresse in modo netto contro l’abuso delle supplenze: da quel giorno, tramite i tribunali del lavoro, i precari della scuola italiana ottengono il risarcimento per abuso dei contratti a termine, gli scatti di anzianità, il salario accessorio (RPD - CIA). Venne inoltre bandito anche il primo concorso straordinario per il personale docente precario.

Qualche anno dopo, il 20 settembre 2018, la Corte di giustizia UE realizzò una sorta di bis con la sentenza in causa n. C-466/17, Motter. Anche dopo quella presa di posizione storica, i tribunali del lavoro non poterno che adeguarsi e decidere di fare ottenere al personale di ruolo la ricostruzione per intero del servizio preruolo senza più attendere il riallineamento, oltre che il primo gradone stipendiali se in servizio da precario prima del 2011. Di lì a poco partì anche il secondo concorso riservato per il personale docente precario.

Arriviamo al 7 luglio 2020, quando il Comitato dei diritti sociali UE si pronuncia sul reclamo collettivo Decision on the merits: Associazione Professionale e Sindacale (Anief) v. Italy, Complaint No. 146/2017. Ne conseguirà la terza procedura straordinaria e riservata di assunzione del personale docente precario. Un’altra data chiave fu il 16 giugno 2021, quando il Comitato dei Ministri del Consiglio UE si pronunciò sulla decisione del Comitato dei diritti sociali UE su reclamo collettivo Anief Raccomandazione CM/RecChS(2021)18, con l’Italia caldamente invitata ad assorbire il precariato e a riferire alle istituzioni europee.

Rimangono ancora pendenti, quindi in attesa di espressione anche i ricorsi presentati ai giudici che fanno capo a Bruxelles riguardanti i diplomati magistrali esclusi dalle GAE, la stabilizzazione dei docenti insegnanti di sostegno e quella dei docenti di religione cattolica.

Nel frattempo, l’organizzazione sindacale autonoma continua i ricorsi nei tribunali del lavoro per ottenere migliaia di euro di risarcimento, con ricorsi specifici per il personale precario e di ruolo.


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