Passano gli anni, cambiano i ministri ma i problemi della scuola italiana restano gli stessi, identici anche nei numeri.
Dodici mesi fa la quota di insegnanti di sostegno “in deroga” (ovvero assegnati senza la specializzazione al supporto di studenti con difficoltà nell’apprendimento) era stata di 81mila unità.
Oggi “siamo ormai vicini al numero di 80mila docenti di sostegno in deroga” ha spiegato al Fatto Quotidiano Ernesto Ciriaci del Misos, il Movimento Insegnanti di Sostegno Specializzati.
Il numero continua a crescere perché nonostante le promesse del Miur di mettere tutti i docenti in cattedra per l’inizio dell’anno, a metà ottobre nelle scuole ancora non si vedono molte categorie di insegnanti, a cominciare appunto da quelli di sostegno.
A molti studenti quindi capiterà, o è già capitato, di vedere il proprio insegnante di supporto sostituito dopo poche settimane, mancando di rispetto al principio della continuità e a quella garanzia costituzionale delle pari opportunità.
E mentre il numero dei docenti di sostegno resta lo stesso aumenta il numero di ragazzi che hanno bisogno di stabili figure di supporto. Solo in Liguria sono aumentati di 486 unità rispetto al 2021, come spiega Davide D’Ambrosio di Uil Scuola.
“Dal Nord al Sud il problema non cambia anche se la mancanza di docenti, anche di posto comune per alcune discipline, è soprattutto nel Settentrione” ha spiegato Manuela Calza della FLC Cgil.
La palla, come spiega sempre Il Fatto Quotidiano, passa ora ai presidi che passeranno alle nomine dirette, prima dalle graduatorie d’istituto e poi dalle domande di Messa a Disposizione.
“A Milano, ad esempio, sappiamo che dalle graduatorie di infanzia e primaria, non c’è più nulla da prendere. Sono terminate” ha aggiunto Rita Frigerio della segreteria nazionale di Cisl Scuola.