A una settimana dalla ripresa delle lezioni, i presidi della provincia di Savona sono con il fiato sospeso.
Il 10 gennaio infatti scadrà il termine, per i docenti e non docenti, per mettersi in regola con le vaccinazioni.
"Non crediamo sinceramente che il termine porterà a clamorose sorprese - spiega a Il Secolo XIX Mario Lugaro, segretario provinciale del sindacato Flc - Cgil - Anche se restano margini di incertezza. Secondo i nostri calcoli, solo il 5% del personale non risultava vaccinato prima di Capodanno, e questa percentuale comprende anche chi non può immunizzarsi per ragioni di salute".
In termini numerici, sono circa 200 le unità di personale che potrebbero non presentarsi al lavoro lunedì prossimo. L'obbligo vaccinale per i lavoratori della scuola, introdotto il 15 dicembre, dava cinque giorni di tempo ai presidi per inviare le lettere di avvertimento agli interessati, e a questi altri 20 giorni di tempo per mettersi in regola. Ora il tempo è quasi scaduto. La preoccupazione è che si possano verificare delle situazioni imprevedibili: "Non si può escludere - prosegue Lugaro - che in qualche plesso possano esserci diversi docenti o non docenti che non intendono adempiere all'obbligo. In tal caso, potrebbero insorgere problemi organizzativi seri", perché il reclutamento degli insegnanti continua a essere difficoltoso.
L'Ufficio scolastico ha continuato anche a cavallo di capodanno a procedere all'assunzione di supplenti, ma molte graduatorie, tra cui il 100% di infanzia e primaria sono esaurite, il che obbliga i presidi a ricorrere alla domanda di messa a disposizione (Mad). I docenti convocati sono con poca esperienza o con titoli di studio non attinenti alla materia per la quale sono stati convocati.
C'è però una buona notizia: la proroga al 31 marzo del personale del contingente Covid, circa 250 persone in provincia di Savona; a rischio c'era la copertura finanziaria dei contratti per i non docenti, senza i quali, data la storica carenza e i numeri ben al di sotto dell'organico, per diversi plessi sarebbe un problema difficilmente risolvibile. "Una proroga doverosa ma che speriamo non si limiti al 31 marzo; indipendentemente dallo stato d'emergenza, si tratta di personale prezioso in un momento molto difficile, per il quale chiediamo una proroga fino a fine anno".