Sono state ufficializzati i due nuovi giorni di sciopero, da fine mese a metà febbraio.
Lo sciopero è stato promosso da Anief, il sindacato della scuola, per protestare a riguardo della sentenza di Stato che non fa partecipare i docenti con diploma magistrale alle Gae.
In alcune città il 10% delle adesioni è stato superato tra i lavoratori della scuola primaria e infanzia. In alcune città hanno scioperato 4 maestri su 10.
È stato chiesto un decreto d'urgenza per far includere tutti nelle Gae.
Se si cancellassero i diplomati magistrali dalle Gae, si lascerebbero scoperte le scuole violando la continuità didattica.
"Da Viale Trastevere devono trovare una soluzione urgente rispetto alla bizzarra sentenza dell’adunanza plenaria, per noi illegittima - dichiara sulle pagine di Repubblica Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - . Basti pensare che molti di questi docenti hanno ottenuto trasferimenti o non hanno potuto partecipare all'ultimo concorso a cattedra perché inseriti nei ruoli con riserva, spesso abbandonando precedenti impieghi. Avevamo chiesto al Miur di dare precise indicazioni, ma al di là di quanto riferito persino dal ministro Fedeli, già dall’USR Puglia sono stati esclusi dalle nuove convocazioni gli stessi diplomati magistrali inseriti con riserva nelle GaE. Ora anche il Tar Lazio, senza l’intervento diretto dell’avvocatura dello Stato di cui si attende da tre settimane il parere richiesto, sta procedendo all'esclusione delle nostre maestre con sentenze semplificate (n. 274/2018)".
“Qualora la situazione non si dovesse sbloccare a breve – ha dichiarato il leader dell’Anief – avvieremo una vera e propria ‘guerriglia’ legale: le nostre istanze verranno prese in consegna da Bruxelles, dove si valuterà anche come denunciare lo Stato italiano rispetto all’Europa. A livello nazionale, confermiamo poi la volontà di bloccare molti scrutini del primo quadrimestre, previsti tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Inoltre, sciopereremo subito dopo l’insediamento del Parlamento. Infine, nel giorno di insediamento delle nuove Camere, il prossimo 23 marzo, è stato fissato un grande appuntamento in piazza, a Roma, in modo da sensibilizzare il nuovo Esecutivo a trovare una soluzione immediata”.