Del tempo pieno al Sud è molto che se ne parla, e l'idea la vorrebbe concretizzare Luigi Gallo, che è il presidente della commissione Cultura alla Camera.
Quello che servirebbe al Sud sono infatti iniziative culturali in quelle zone dove si avverte maggiormente il degrado. Lui stesso ne parla in un'intervista fatta da OrizzonteScuola, dove dichiara che le scuole dovrebbero essere un presidio per l'aggregazione di attività educative e culturali.
La caratteristica di alcune scuole è che sembrano delle vere e proprie zone di confine, dove vige un costante coprifuoco.
In questi luoghi devastati, spesso presieduti dalla mafia o dalla camorra, è la scuola l'unico punto di riferimento per un futuro migliore.
Può essere proprio la scuola, in questo periodo, ad avere come obiettivo la promozione di una cultura della legalità, consentendo ad enti ed associazioni di organizzare le loro attività proprio a scuola. Loro compito potrebbe essere anche quello di far comprendere il valore didattico delle attività formative in queste zone.
La distanza che divide il Nord Italia dal Sud Italia, va necessariamente ridotta, secondo Gallo in uno spazio di cinque anni.
Del resto, è proprio il contratto di governo che prevede una riduzione dei gap tra le varie regioni, e il tempo pieno è una delle differenze che c'è tra le regioni meridionali e le regioni settentrionali.
La misura della riduzione degli insegnanti al Sud non è contraddittoria, perché purtroppo dipende dal calo degli studenti che frequentano le classi in ogni ordine e grado in Meridione.
È quindi una decisione che è conseguente alle cifre registrate dagli uffici scolastici. In base alla richiesta, i dirigenti scolastici stabiliscono il numero di insegnanti da attribuire a ogni scuola, e quindi dietro ciò non c'è nessuno stratagemma politico.
Il tempo pieno dunque non servirà per andare a creare una misura di compensazione per il taglio delle cattedre, ma per rendere più omogenee le situazioni differenti tra Nord e Sud Italia.
Inoltre ci sono altri aspetti che questa misura andrà a diminuire sicuramente, come le carenze educative e la dispersione scolastica.
Anche il prolungamento dell'orario di lavoro fino a sera è una delle idee del governo. Sicuramente può richiedere molte risorse e molto tempo a disposizione, ma bisognerebbe farlo senza pesare troppo sul sistema già in essere.
L'obiettivo non è certo quello di far lavorare gli insegnanti dal mattino alla sera, ma far diventare la scuola un luogo pubblico di cui tutti possono fruire.
Prima di tutto, bisognerà far passare il tempo pieno a scuola, poi si potrà iniziare a ragionare di attività collaterali. Soprattutto in quei paesi o città il cui tasso di povertà è particolarmente alto.
Il pomeriggio infatti, in alcune zone molto a rischio i bambini potrebbero essere vittime della criminalità organizzata.
Bisogna dunque ridurre al minimo questa possibilità, e fornir loro delle alternative valide e concrete, per evitare che si allontanino dal mondo della scuola per finire in ben altre mani.