Il mancato aggiornamento delle graduatorie non va giù a tanti aspiranti docenti, che hanno fatto tanti sacrifici per poter essere inseriti in tempo nelle liste per avere possibilità di lavorare a partire dall'anno scolastico 2020/2021.
Alla luce di questo malcontento, la Ministra Azzolina ha esternato una nuova dichiarazione sulla sua pagina Facebook questo pomeriggio:
“Ripeto quanto già detto: alle condizioni attuali non è possibile l’aggiornamento delle graduatorie. L’unica strada, per evitare di riversare centinaia di migliaia di lavoratori nelle scuole per presentare ed elaborare le domande, in piena emergenza Coronavirus, sarebbe quella di accelerare sulla provincializzazione delle graduatorie, digitalizzando il sistema. Per farlo serve un regolamento che ci consenta, appunto, di organizzare su base provinciale le graduatorie e di gestirle attraverso i nostri uffici territoriali, sgravando le scuole. Lo avevamo inserito nel decreto scuola dello scorso dicembre, lì c’è la norma. Ma per attuare il regolamento, come ho spiegato in altre occasioni, serve una procedura molto lunga che richiede, per legge, una serie di pareri a vari organi di controllo”.
Questa procedura, dunque, rischia di non poter garantire un regolare avvio del prossimo anno, anche perché si parla potenzialmente di un milione di domande.
“Ho a cuore i precari, lo sono stata anche io – sottolinea la Azzolina - esiste uno ed un solo modo per risolvere la questione. Serve una norma che ci autorizzi a velocizzare la provincializzazione delle graduatorie. Un decreto ministeriale avente natura non regolamentare potrebbe abbreviare i tempi per rendere esecutive le norme sulle graduatorie provinciali. Avendo poi anche il tempo, da non sottovalutare, per un collaudo del sistema. Sono però consapevole del fatto che rappresenterebbe una deroga forte. È un’ipotesi su cui può confrontarsi solo il Parlamento, in fase di conversione del decreto scuola”.
“Il Governo assicurerà in tal caso investimenti e risorse per la digitalizzazione – prosegue la Ministra - vista la portata dell’emergenza in corso credo che questa idea possa essere presa in considerazione. Ma sarebbe necessaria, direi anzi imprescindibile, un’ampia condivisione parlamentare”.