L'importanza dell'educazione ambientale in classe: i temi da trattare

L'importanza dell'educazione ambientale in classe: i temi da trattare

Quando si parla di educazione ambientale, si inscrive il discorso nel più ampio ambito dell’educazione alla cittadinanza, ovvero quella che ha come obiettivi:

“la costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di un’etica della responsabilità, che si realizzano nel dovere di scegliere e agire in modo consapevole e che implicano l’impegno a elaborare idee e a promuovere azioni finalizzate al miglioramento continuo del proprio contesto di vita, a partire dalla vita quotidiana a scuola e dal personale coinvolgimento in routine consuetudinarie che possono riguardare la pulizia e il buon uso dei luoghi, la cura del giardino o del cortile ecc..” (Indicazioni nazionali e nuovi scenari del MIUR, 2018.

La cura per il contesto e l’ambiente in cui viviamo è quindi il punto cardine dell’educazione alla cittadinanza, che perciò si fonde inestricabilmente con l’educazione ambientale.

Educazione ambientale: a cosa serve

L’educazione ambientale è quella disciplina che non tratta semplicemente lo studio dell’ambiente naturale: essa si configura come un’azione volta a promuovere cambiamenti negli atteggiamenti e nei comportamenti delle persone, sia singolarmente che a livello di comunità.

Si tratta di sensibilizzare la collettività su un tema particolarmente importante nel mondo odierno: quello della crisi climatica, che ha reso imprescindibili e urgenti degli interventi di formazione/informazione verso gli alunni, perché sviluppino un nuovo modo di pensare al concetto di ambiente e di rapportarsi ad esso.

Educazione ambientale: i temi da trattare

Oggi, a scuola, temi che prima erano lasciati alla mera discrezionalità del docente sono diventati all’ordine del giorno: si parla sempre più di biodiversità e preservazione del territorio nonché del patrimonio culturale, si studia come evitare gli sprechi partendo dalla raccolta differenziata, si analizzano i cambiamenti climatici e la questione dell’inquinamento nelle città, si promuove l’uso di energie rinnovabili e s’incentivano i consumi eco-sostenibili.

L’obiettivo è di instillare nelle nuove generazioni la consapevolezza che le risorse del pianeta sono limitate, e che quindi tocca a tutti noi rimodellare il rapporto tra uomo e ambiente, per giungere a una visione in cui il primo non cerchi di sfruttare indiscriminatamente il secondo, bensì impari a rispettare la natura e a preservare la ricchezza che essa ci dona quotidianamente.

Educazione allo sviluppo sostenibile

L’educazione ambientale, in sintesi, si propone di educare gli esseri umani a gestire i propri comportamenti in relazione all’ecosistema, senza alterare gli equilibri della natura ma al tempo stesso riuscendo a soddisfare le esigenze della collettività presenti in quel dato momento storico.

Questo presuppone una grande attenzione a tutte le interconnessioni tra le dinamiche ambientali, sociali ed economiche: per comprendere nell’educazione allo sviluppo ambientale quest’ultimo punto, è nata la definizione di Educazione allo sviluppo sostenibile (EES), che riguarda dunque anche economia e società, oltre che l’ambiente.

È in questo quadro che s’iscrive la nascita, nel 2015, dell’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile (SDG – Sustainable Development Goals), redatta dalle Nazioni Unite.

Nello stesso anno, in Italia, il Ministero dell’Ambiente e il MIUR hanno emanato nuove linee guida per l’educazione ambientale, elaborate da un gruppo di lavoro interministeriale.

Un anno dopo è stato poi firmato un protocollo d’intesa sull’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile nelle scuole (nel quadro del PON 2014-2020).

Obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030

L’attuazione dell’Agenda Globale per lo Sviluppo sostenibile con i suoi 17 SDG che difendono i diritti umani è diventato, dunque, un obiettivo che accomuna tutti.

Tra i punti più salienti del documento spicca l’importanza di convertire le industrie al green“migliorare entro il 2030 le infrastrutture e riconfigurare in modo sostenibile le industrie, aumentando l’efficienza nell’utilizzo delle risorse e adottando tecnologie e processi industriali più puliti e sani per l’ambiente, facendo sì che tutti gli Stati si mettano in azione nel rispetto delle loro rispettive capacità” (punto 9.4).

Il punto 11.6, invece, esprime la necessità di “ridurre l’impatto ambientale negativo pro-capite delle città, prestando particolare attenzione alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti urbani e di altri rifiuti”.

Tutto questo in vista dei traguardi del punto 13, ovvero la lotta al cambiamento climatico.


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