Per una volta l’Italia non sembra essere sola in una situazione di disagio per l’insegnamento. Parliamo del tempo di lavoro che gli insegnanti dedicano all’effettivo svolgimento delle lezioni.
L'indagine fa parte di una ricerca di Eurydice, ovvero la rete europea di informazione sull’istruzione, intitolata “Insegnanti in Europa: Carriera, sviluppo professionale e benessere”.
La ricerca parte dall’orario di lavoro degli insegnanti. Questo è regolamentato diversamente da ogni paese sia per quanto riguarda il totale delle ore previste, sia per il loro metodo di calcolo, che può riguardare il lavoro complessivo, le ore di lezione o il tempo passato all’interno degli istituti.
La media degli stati che considerano l’orario di lavoro complessivo è di 40 ore settimanali, con il minimo di 30 registrato in Grecia.
Il minimo di ore di lezione, secondo le leggi, si ha invece in Turchia con 12 a settimana mentre in Ungheria si segnala il massimo di 26. La media ore di lezione svolte nell’UE è leggermente inferiore alle 20 settimanali.
In generale la ricerca rende noto come i docenti riescano a dedicare all’insegnamento meno della metà del tempo totale di lavoro.
Un quarto del tempo è dedicato alla preparazione di lezioni e verifiche, e alla loro correzione, mentre le comunicazioni con i genitori e i lavori burocratici sulla gestione scolastica assorbono l’altro quarto del tempo.
In Italia va ricordato come siano previste per legge 80 ore all’anno da dedicare alle riunioni con il resto del personale e alle possibili attività collegiali.
La ricerca di Eurydice si conclude segnalando come in tante regioni europee si stia cercando di rivedere i compiti “extra-insegnamento” degli insegnanti, per poter orientare il massimo dei loro sforzi sulle lezioni.