Il 2020 sembrava essere l'anno in cui si sarebbe finalmente potuto risolvere il problema delle supplenze e delle cattedre vacanti, ma non è così. La pandemia del virus SARS-CoV-2 ha bloccato e quindi ritardato sia le prove concorsuali sia l'aggiornamento delle graduatorie.
Ecco di seguito i motivi per cui potrebbero esserci ancora molte convocazioni tramite la domanda di messa a disposizione.
Il decreto sulle nuove graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) che permette l'aggiornamento e i nuovi inserimenti nelle stesse dovrebbe uscire a breve, e l'intenzione del Miur sarebbe quella di attingere alle Gps già nel 2020.
Tuttavia, ciò significa avere tutto pronto in pochissimo tempo: ciò significa presentare le domande, verificarle, produrre le liste, in piena estate, con gli uffici ancora a scarto ridotto per Coronavirus: anche con una procedura per la prima volta totalmente informatizzata, i tempi rischiano di essere strettissimi. Il rischio è non farsi trovare pronti al momento decisivo, e trasformare un’innovazione positiva nell’ennesimo motivo di caos.
Secondo uno studio redatto dalla Cisl, attualmente ci sono ben 85mila posti vacanti. Ancora non si sa quante assunzioni saranno autorizzate in estate dal ministero dell’Economia, di sicuro non potranno essere coperti tutti, visto che soprattutto alle superiori mancano vincitori di concorso (anche la “sanatoria” da 32mila posti è stata posticipata) e migliaia di immissioni in ruolo andranno a vuoto anche quest’anno.
Non solo, ci saranno ancora posti in deroga per quanto riguarda il sostegno, e ci sarà necessità di più cattedre per via del necessario distanziamento tra alunni: con la necessità di far fronte all’emergenza Coronavirus, nell’ottica di dividere le classi serviranno più insegnanti e il ricorso alla supplenza sarà uno strumento inevitabile. Per questo per il 2020/2021 c’è già chi prevede la cifra record di 200mila supplenze, supplenze che continueranno a essere coperte, in parte, anche con la domanda di messa a disposizione.