2.500 quaderni che arrivano da 36 paesi coprendo quasi 250 anni di storia. È l’enorme quantità di materiale raccolta da Anna Teresa Ronchi e Thomas Pololi, marito e moglie di Milano, che li porterà presto ad aprire il primo Museo dei Quaderni di Scuola, dopo 20 anni di lavoro.
“Tutto è nato nel 2004 mentre, per gioco, ho letto alcuni miei temi delle elementari durante una festa tra blogger” ha spiegato al quotidiano la Repubblica Pololi, che ha sempre lavorato nel mondo della comunicazione. “Mi sono stupito delle cose che scrivevo e da lì è nata l’idea di raccogliere anche i temi degli amici e di chiunque volesse donarli. Nel giro di quattro anni avevo talmente tanti quaderni da non sapere più dove metterli”.
“Insieme ad amici abbiamo poi iniziato ad organizzare i primi reading, come fossero serate di stand up comedy in cui leggevamo i temi più divertenti. Durante questi eventi in tanti si presentavano con i propri quaderni e ne uscivamo momenti bellissimi”.
Da quelle serate ne è nata una vera e propria associazione (L’Archivio dei Quaderni dei Scuola) e dal prossimo maggio arriverà il museo, che aprirà a Milano, zona Cordusio, e potrà diventare in tempi rapidi un vero luogo di culto per gli amanti della scuola e della nostalgia.
Ma la raccolta, oltre al lato emozionale, consentirà di comprendere anche come è evoluta nel corso dei secoli la scrittura degli studenti, come sono cambiati i loro quaderni, i compiti richiesti e dunque le modalità didattiche.
Infatti, è solo in seguito alla riforma Gentile che si è iniziata a chiedere ai bambini la loro opinione nei temi scolastici. Una maggiore libertà espressiva che stranamente coincide dunque con gli anni della repressione fascista. Prima, infatti, le tracce dei temi davano indicazioni estremamente precise sui contenuti da inserire nel testo.
C’è poi da affrontare il tema dei dettati, molto in voga negli anni passati. Gli ideatori del museo hanno spiegato come anche negli anni ’50 e ’60 molti fossero impostati sul concetto di patria e famiglia mentre l’aspetto religioso è rimasto estremamente forte fino agli anni ’90.
La raccolta non guarda però solo all’Italia e consente un confronto tra culture, nazioni e persino continenti diversi. Ci sono “manoscritti” che arrivano dal Sudamerica, dalla Corea e dal Giappone, mentre il quaderno più recente dell’intera collezione, datato 2012, arriva dal Ghana.
All’opposto il quaderno più vecchio nella collezione è inglese e risale al 1783, mentre quelli italiani più datati risalgono a metà Ottocento.
Tramite i quaderni si notano poi anche quelli che erano gli interventi dei regimi totalitari, in particolare sulle copertine. “I quaderni di epoca fascista, quelli dell’Unione Sovietica, dei regimi sudamericani o della Cina maoista sono tutti uguali. La propaganda e la sua estetica sono arrivate anche a scuola”.
Tra i materiali già pubblicati c’è per esempio il quadernetto di una bambina milanese di seconda media con parole scritte nel 1944, durante l’occupazione nazista: “Se voglio uscire, prima piove e non posso, poi vi sono gli allarmi e non posso ancora. Ma insomma, cosa devo fare tutto il giorno? A questo ci pensa Suor Irma che ci carica ben bene di compiti”. Il titolo del compito era: “Cosa succede nelle belle giornate?”.
“Dal giorno in cui la guerra ha distrutto o danneggiato il 60% delle case di Milano, oltraggiando anche i monumenti più cari al nostro cuore; dal giorno in cui le bombe hanno demolito quartieri di Milano, riducendo a mucchi di macerie ricchi palazzi pieni di storia e umili case piene di vita, da quel giorno la nostalgia della nostra Milano si è fatta più acuta e dolorosa” scrive una sua compagna di scuola pochi mesi dopo, nel febbraio 1945.
“Si dice sempre che i bambini siano creativi – spiega Thomas Pololi – Dai temi però sembrano invece essere seri e rigorosi, o almeno ci provano, con un effetto che, data la loro conoscenza risulta buffo per un adulto che legge. Ma non c’è volontà di divertire da parte loro”.
L’obiettivo dichiarato dai fondatori è poi anche quello di coinvolgere attivamente i bambini sull’evoluzione dei loro predecessori: “Vorremmo contribuire a diffondere la cultura del bambinismo, il corrispettivo del femminismo, in una società profondamente adulta”.
Il futuro museo è già un sito (archivioquaderni.it) in cui è possibile richiedere delle consultazioni dei quaderni, richiedere collaborazioni e incontri presso le scuole e donare i propri materiali
Infine, è già possibile ordinare il primo libro dell’associazione: “Il prossimo anno faremo le vacanze di Natale sulla Luna”, una raccolta di temi scolastici di Natale dal 1898 al 1995.
Il titolo è preso proprio da un tema, scritto da un bambino nel 1969, pochi mesi dopo lo sbarco sulla luna dell’Apollo 11.
“Chissà che troveremo.
Meno cinque, meno quattro, meno tre… Sta per partire il razzo che mi porterà a trascorrere le vacanze di Natale sulla Luna. Ecco il razzo si stacca da terra, prende quota, vedo la terra rimpicciolire, mi pare di vedere la mia patria ed anche la mia Milano con la Madonnina del Duomo, vedo anche delle masse blu sono gli oceani. Ormai la terra non è che un granello di sabbia…”