Rapporto Censis sulla scuola: molti i problemi emersi

di: Marianna Pinton - 09/04/2019

È stato presentato pochi giorni fa il Rapporto Censis sulla scuola, ecco un'analisi dei dati emersi.

La situazione dei laureati in Italia

Dal 2014 al 2017 il numero degli italiani dai 30 ai 34 anni con una laurea breve è aumentato fino al 27%, però la media registrata nell'Unione Europea di attesta quasi al 40%, che sarebbe poi l'obiettivo europeo per il 2020.

A livello regionale, in Italia spicca la Lombardia con quasi il 34% dei laureati, ma è comunque molto lontana dall'Inner London West, con una media che arriva all'81%. 

Ultima classificata è invece la Sicilia con il 19%, di poco superiore all'ultima regione europea in classifica, il Sud Muntenia della Romania, con circa il 16%.

Poche risorse per la ricerca

Gli investimenti sull'università non sono alti, tutt'altro, e negli ultimi anni sono sempre calati, dal 2014 al 2016.

Il Censis per gli anni successivi al 2016 non fornisce al momento dati.

Gli abbandoni scolastici

Nel 2017 l'abbandono scolastico ha interessato il 14% della popolazione scolastica, mentre nell'Unione Europea il valore si attesta sul 10%.

Quasi il 18% della popolazione italiana non ha nemmeno la licenza elementare, e un 3,3% di liberi professionisti con solo la licenza media inferiore.

Nel giro di quattro anni, dal 2014 al 2018, il tasso di scolarizzazione è sceso in ogni ordine e grado di scuola.

Scuole pubbliche – scuole private

Gli studenti delle scuole private sono più di un milione, quelli delle scuole pubbliche sono più di 7 milioni e mezzo, con circa 840mila stranieri, superando quindi il dieci per cento.

Poche risorse per l’istruzione

Se l'Europa investe circa il 5% del Prodotto Interno Lordo in istruzione, in Italia si investe neanche il 4%. Solo Irlanda, Romania, Bulgaria e Slovacchia investono meno degli italiani.

La spesa per ogni allievo è inferiore a quella europea di 230 dollari, e sale fino a 917 dollari nelle scuole medie.

L'educazione terziaria è il settore che registra le differenze più ampie: in Europa si spendono quasi 16mila dollari a studente, mentre in Italia poco più di 11mila dollari, per una differenza di quasi 5mila dollari. 

L'apprendimento permanente è sempre più in declino: se in Europa partecipa quasi l'11% alla formazione continua, in Italia ci si ferma al 8%.

Alternanza scuola-lavoro

Riguardo a questo argomento, molte famiglie protestano riguardo l'erosione del tempo dedicato ad alcune materie.

I dirigenti invece sono tutto sommato concordi nel dire che l'alternanza scuola-lavoro è uno strumento utile e un sistema migliorabile, con l'obiettivo di incentivare le prospettive occupazionali degli studenti.

C'è però comunque una percentuale che non è d'accordo con l'alternanza scuola-lavoro, o quantomeno pensa che sia più utile all'interno degli istituti professionali più che nei licei. Un'altra parte pensa che non ci debba essere l'obbligatorietà per tutti ma solo nei casi dove è effettivamente utile.

 

Cyberbullismo e bullismo

Sono fenomeni molto diffusi e non controllati, che includono furti, atti vandalici, discriminazioni, violenza nei confronti di alunni e studenti.

Secondo i presidi, è il cyberbullismo ad essere più diffuso del bullismo, seguita dalla ribellione verso i docenti, e ad atti di vandalismo verso la scuola.

Anche l'uso e lo spaccio di droghe è un fenomeno diffuso.

Conclusioni

Stefano D'Errico critica il modo in cui è stato fatto il rapporto Censis, perché i docenti sono stati interpellati solo in minima parte, mentre ci si è informati di più chiedendo ai dirigenti scolastici. 

Si ha comunque un quadro complessivo/globale problematico, per quello che riguarda gli insegnanti, che non sono presi nella dovuta considerazione, sono sfruttati e mal retribuiti.