Quasi 6,6 milioni di alunni questa mattina sono tornati in classe, su un totale di 8,5 milioni delle scuole statali e paritarie, questo significa otto su dieci.
L'unica regione che segue una tendenza opposta è la Sardegna, dove 63 mila alunni di seconda e terza media e delle scuole superiori torneranno in didattica a distanza. In tutto saranno quasi due milioni quelli ancora a casa in Dad.
Tutti a scuola dunque i bambini della scuola dell'infanzia e primaria, saranno l'87% in classe gli alunni della scuola media, mentre solo il 38% dei ragazzi delle superiori potrà frequentare, con la consueta alternanza del 50% e fino al 75% nelle regioni in cui è consentito.
Il ritorno a scuola è la conseguenza del miglioramento dei dati del contagio che ha consentito a quasi tutte le regioni di rientrare o confermarsi in zona arancione.
In Lombardia, nelle Province autonome di Trento e Bolzano, in Veneto, in Friuli Venezia Giulia, in Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Basilicata e Calabria passate totalmente in zona arancione si va tutti a scuola in presenza fino alla terza media. Alle superiori lezioni in aula dal 50% minimo al 75% massimo.
In Piemonte la provincia di Cuneo resta rossa per qualche giorno (il termine fissato è metà settimana) e in questo caso dalla seconda media i ragazzi passano in didattica a distanza.
Stessa cosa in Toscana dove nelle province di Firenze e Prato, oltre ai comuni di San Miniato, Montopoli Valdarno, Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto, Poggibonsi, San Gimignano, Colle Val d’Elsa, Casole d’Elsa, Radicondoli, sono ancora in zona rossa.
Non andranno a scuola nemmeno tutti gli allievi della Sicilia visto che l’intera provincia di Palermo ha ancora il massimo delle restrizioni.
In zona rossa totale, invece, restano la Valle d’Aosta, la Campania, la Puglia e la Sardegna.
Da segnalare il caso clamoroso della Sardegna che in poco tempo è passata dal bianco (unica regione in Italia) all’arancione e da lunedì in rosso con 63 mila alunni di seconda e terza media e delle superiori lasceranno le aule e si collegheranno da casa.
Infine resta la questione Puglia dove resta in vigore l’ordinanza firmata dal Governatore Michele Emiliano che prevede la scuola “a richiesta”, ovvero la didattica a distanza per chi, pur potendo, non vuole andare a scuola. La scelta del Governo pugliese sta facendo molto discutere. In settimana l’associazione nazionale presidi regionale ha diffuso i risultati di un sondaggio sulla frequenza scolastica: su 124 scuole del primo ciclo, cui sono iscritti un totale di quasi 90mila alunni nella scuola dell’infanzia c’è il 55,1% di presenza; nella scuola primaria il 63,7%; nelle classi di prima media il 31,2%.