“La scuola non è fatta solo di libri e interrogazioni ma di compagni con cui parlare e professori da ascoltare, la scuola è vita e non telematica e se succederà quello che pare, tutto ciò mancherà terribilmente ai ragazzi”.
Sono queste le parole che Roberto Vecchioni, celebre cantautore italiano ed ex professore, rilascia in una intervista al quotidiano La Stampa uscita il 20 marzo.
“Magari i primi giorni non se ne accorgeranno ma poi sì” prosegue il prof “la scuola non ha solo un'accezione affettiva e nozionistica, il fondamento della scuola è diventare cittadini e quando si diventa cittadini si è animali sociali e non si può pensare che si faccia una vita senza scuola. Questa pandemia ci sta, ahinoi, insegnando i valori di un fondamento della nostra società che è, appunto, il valore della scuola”.
Per Vecchioni i professori “non hanno bisogno di tanti consigli, perché lavorano in condizioni spaventose e sono certo che sapranno fare delle cose eccezionali. Ho conosciuto tantissimi professori e sono tutti incredibili. Lo stesso si può dire dei medici che si stanno facendo valere come tra i più bravi al mondo. D'altra parte, quando si parla di Accademia e di scuola l'Italia ha sempre dimostrato che siamo un popolo che sa creare ma, soprattutto, pensare”.
“Non mi sono mai venuti pensieri catastrofici e poi mi verrebbe da dire che il mal comune provocherà una soluzione comune”. Questa è l'opinione di Vecchioni riguardo al “dopo”, cioè quando l'emergenza sanitaria sarà cessata.
“Questo è un male universale e forse resetteremo tutto, non penseremo solo allo sfruttamento sconsiderato, costeranno di meno le cose e si troverà tutti insieme una soluzione. Daremo un diverso valore ai soldi e ci comporteremo in un modo nuovo. Spero in una grande e rinnovata sopportazione e una grande pazienza da parte dei ricchi verso i poveri. E questa sarebbe davvero una bella conquista”.
Come impegna le sue giornate? Studia, scrive, si annoia pure?
“Tutte e tre le cose visto che sto scrivendo un libro e ho molto da fare. Ma mi annoio anche un po' tappato in casa. Mi arrabbio quando vedo in tv le pubblicità che celebrano gli aperitivi o l'acquisto di vetture con le quali fare lunghi viaggi. Dico, viaggi? Ma come si fa? Siamo tutti barricati in casa e questi ci spingono ad uscire. È un bel nonsense, ma ci sta. Pensiamo al domani”.
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