Nessun atto vandalico, ma un vero e proprio raid mirato, con una precisa strategia criminale, a distruggere le prove di una serie di falsi diplomi costruiti a tavolino.
È questa la tesi principale su cui ha lavorato la Procura di Napoli rispetto all’incendio doloso divampato domenica 2 dicembre del 2018, all’interno dell’archivio del Provveditorato agli Studi di Salerno. Un filone di indagine che si inserisce in un’inchiesta sui diplomi da assegnare agli aspiranti insegnanti di sostegno.
Tre anni dopo, in questi giorni ai docenti di ruolo e non di ruolo che avevano presentato gli stessi titoli bruciati sta arrivando il decreto di revoca dell'incarico.
Secondo alcune voci i titoli falsi sarebbero costati intorno ai 16mila euro, ed ora dovranno essere i docenti a dimostrarne la validità.
Le scuole hanno immediatamente revocato tutti gli incarichi in via precauzionale a tutti gli indagati sia ai docenti a tempo determinato, che a tempo indeterminato.
I titoli erano venduti da sedicenti scuola private e raccolti nell’Archivio Titoli del Provveditorato.
Secondo le indagini sono stati bruciati per non essere motivo di prova di invalidità. Le indagini continuano. La magistratura intanto ha emesso le prime sentenze e migliaia di docenti – non solo campani – si sono ritrovati con la revoca degli incarichi di lavoro. Anche per le certificazioni linguistiche ed informatiche continuano le indagini.
L’incendio all’archivio del Provveditorato agli Studi di Salerno rientra nel filone di indagine di un’inchiesta sui certificati di sostegno e di abilitazione sostegno da assegnare agli aspiranti insegnanti di sostegno.
Nei prossimi giorni gli uffici scolastici provinciali e di ambito della Campania convocheranno centinaia di docenti da GPS II fascia per sostituire i docenti depennati e revocati. Il consiglio è quello di tenersi aggiornati tramite il sito dell'Ufficio Scolastico Regionale.