Con l’inizio dell’anno scolastico, la ricerca di supplenti si intensifica, e molti docenti si trovano a fare i conti con le procedure legate agli interpelli, avvisi pubblicati dalle scuole per coprire posti vacanti. Ma cosa accade quando un interpello è diffuso solo dalla scuola e non dall’Ufficio Scolastico Provinciale (USP)? È valido?
Chi non ha ricevuto una nomina dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) o dalle graduatorie d'istituto, può ancora sperare negli interpelli. Questi sono avvisi che le scuole pubblicano quando esauriscono le proprie graduatorie e quelle delle scuole vicine, per trovare rapidamente insegnanti qualificati, in particolare per le materie STEM e per i posti di sostegno nell’infanzia e primaria.
Ogni giorno vengono pubblicati centinaia di interpelli, rendendo questa una delle principali vie per ottenere incarichi di supplenza.
Secondo l’OM n. 88/2024, copia degli interpelli deve essere inviata anche all’Ufficio Scolastico Territoriale competente, che ha il compito di pubblicarla sul proprio sito in un’apposita sezione. La circolare n. 115135 del 25 luglio 2024 ribadisce questo obbligo, ma la realtà non sempre corrisponde alla teoria.
Dalla nostra ricognizione, emerge che circa il 90% degli Uffici Scolastici ha una sezione dedicata agli interpelli, anche se alcuni uffici sono meno puntuali nella pubblicazione rispetto ad altri. Ad esempio, in Veneto, spesso viene pubblicato solo l’elenco delle scuole, obbligando i docenti a verificare singolarmente ogni avviso.
Ma cosa succede se un interpello viene pubblicato solamente sull'albo online della scuola e non dall'USP? Questa procedura è valida o deve essere rifatta?
La normativa punta a rendere il processo trasparente e rapido, per trovare il supplente più qualificato possibile. Tuttavia, se la scuola ha pubblicato l’interpello solo sul proprio sito e ha trovato un numero sufficiente di candidati abilitati, l’obiettivo della ricerca è stato comunque raggiunto. In questo caso, l’assegnazione della supplenza può essere considerata corretta, anche se la procedura non ha seguito tutti i passaggi formali previsti.
Tuttavia, è sempre consigliabile che le scuole inviino copia dell’avviso anche all’Ufficio Scolastico, per evitare contestazioni e garantire la massima trasparenza.
La pubblicazione sul sito dell’Ufficio Scolastico non solo garantisce trasparenza, ma allarga la ricerca a livello provinciale o nazionale. Questo è fondamentale, soprattutto quando le graduatorie locali sono esaurite. È anche una tutela per i docenti che cercano lavoro: dover monitorare il sito di ogni singola scuola è una sfida logistica quasi impossibile.
Esistono casi in cui gli avvisi sono stati pubblicati sul sito dell’USP dopo la scadenza del termine per l'invio delle domande, rispettando formalmente la normativa, ma di fatto risultando inutili per i candidati. Questo mette in evidenza quanto sia cruciale la tempestività nella pubblicazione per non trasformare l’intera operazione in una perdita di tempo.
In conclusione, mentre "l’interpretazione" della normativa sembra consentire una certa flessibilità, la pubblicazione sul sito dell’Ufficio Scolastico resta una pratica raccomandabile, non solo per rispettare le regole, ma anche per garantire un accesso equo e trasparente alle opportunità di supplenza.
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