Il governo Lega-5Stelle avrebbe voluto che gli insegnanti rimanessero da tre a cinque anni nella stessa scuola, rimangiandosi in questo modo l'accordo che si era fatto con i sindacati.
A stabilire ciò era un emendamento del Dl semplificazioni, che avrebbe dovuto riguardare tutti i docenti di ogni ordine e grado.
Per la contentezza di molti, questo emendamento è stato bocciato dal presidente della Repubblica Mattarella.
Quindi non ci sarà più il vincolo per tutti i docenti di ogni ordine e grado di rimanere nella stessa scuola ma, com' era in precedenza, solo per gli insegnanti delle scuole superiori.
Secondo un sondaggio pubblicato da OrizzonteScuola, che ha registrato oltre tremila votazioni, il 70% era contrario a questo provvedimento.
L'emendamento era stato fatto per porre un freno all'eccessiva mobilità degli insegnanti, che spesso abusano della possibilità di trasferimento.
In questo modo però si sarebbe andato a ledere il diritto di una persona di spostarsi e muoversi.
Un docente infatti si trasferisce perché si vuole avvicinare a casa e spostarsi da paesi piccoli e lontani, oppure per esigenze familiari, o perché si trova male nell'istituto in cui insegna.
Tutto ciò però genera confusione nelle scuole e negli uffici scolastici provinciali.
L'esigenza di garantire continuità didattica in realtà esiste già, sull'ambito e sulla provincia. Questi vincoli però hanno spesso avuto delle deroghe, e con la mobilità straordinaria migliaia di insegnanti sono potuti tornare più vicino a casa.
Il presidente Mattarella ha bocciato anche altri emendamenti. Nel Dl Semplificazioni infatti era prevista anche una riserva del 10% dei posti per gli insegnanti precari, riserva che non ci sarà più.
Inoltre, l'aggiornamento delle Graduatorie ad Esaurimento sarà in primavera.