L’assistente per l’autonomia e la comunicazione, di supporto ai docenti di sostegno, è previsto dall’ordinamento italiano sin dal 1992.
Si tratta di una figura fondamentale per garantire il diritto alle pari opportunità e all’inclusione degli studenti disabilità, in particolare per quelli con problemi di udito. La loro assunzione però, è sempre stata “esterna” con contratti a tempo determinato.
Un disegno di legge dello scorso 26 ottobre propone l’internalizzazione nell’organico del Miur di questi assistenti. L’obiettivo è quello di stabilizzare migliaia di lavoratori che, sebbene garantiscano un supporto assistenziale indispensabile, operano in condizioni di precarietà.
Il disegno è stato promosso da FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) e FIRST (Federazione Italiana Rete Sostegno e Tutela).
Ad oggi l’assegnazione di questi assistenti agli alunni che ne hanno bisogno avviene su base locale, inserendosi nei soliti ritardi nel conferimento degli incarichi che si vedono nei primi mesi di ogni anno scolastico.
In questa maniera gli studenti rischiano di rimanere a lungo senza il necessario supporto, oppure se lo vedono cambiare dopo poche settimane, aumentando confusione e difficoltà didattiche.
L'internalizzazione di queste figure professionali permetterebbe una maggiore uniformità nel servizio a livello nazionale, a tutto vantaggio di studenti e famiglie.
L’articolo 13 della legge 104/1992 descrive i compiti di questi assistenti che ricoprono un ruolo ausiliare rispetto al docente di sostegno.
Queste figure professionali operano nella maggior parte dei casi in aiuto degli studenti sordi ed hanno responsabilità che non si fermano all’ambito scolastico.
Devono infatti cercare di costruire percorsi di autonomia per gli studenti che assistono, svolgendo anche un ruolo di mediazione nella fruizione delle lezioni e nella comunicazione con insegnanti e compagni di classe.
Inoltre, per i non udenti, gli assistenti devono collaborare con gli insegnanti nella pianificazione di lezioni che valorizzino il canale visivo, devono garantire il corretto funzionamento di ausili protesici e software didattici ed attivare il metodo d'apprendimento indicato dalla famiglia (che sia LIS, metodo bimodale o metodo oralista)