La scuola sta cambiando: ecco verso dove è più orientata

La scuola sta cambiando: ecco verso dove è più orientata

Spesso gli insegnanti si chiedono come sta cambiando la scuola. In realtà per rispondere a questo cruciale interrogativo è sufficiente seguire le ultime dichiarazioni del Ministro Fedeli. In prima istanza possiamo affermare che i pilastri su cui ricade la maggiore attenzione da parte della Fedeli e del suo dicastero sono: il digitale, la sicurezza e l’alternanza scuola-lavoro. Questi sono i settori in cui si investirà di più.

Ecco in sintesi il programma per capire come la scuola sta cambiando:

  • Il long life learning e l’orientamento per l’ingresso nel mondo del lavoro o negli studi universitari. Previsto un piano di investimento ad hoc. Il long life learning è un tassello molto importante, perché la valutazione di merito di un docente verrà valutata anche in base al tempo impiegato per la formazione. Tuttavia i parametri per la valutazione di merito devono ancora essere definiti con precisione.
  • Il noto piano di investimento dal costo di un miliardo a livello nazionale per digitalizzare la scuola. Al centro, ovviamente, il docente che dovrà formarsi, seguendo ad esempio il corso sulla LIM (lavagna interattiva multimediale), che permetterà di fare lezione in maniera innovativa, ma anche più vicina agli usi e costumi degli studenti. Una scuola sempre più orientata ad una maggiore formazione del docente, compresa quella in servizio.
  • Sette miliardi a disposizione per investire sulla sicurezza, quindi costruire scuole nuove e sostenibili e verificare la sicurezza degli altri edifici (ispezioni su solai, antisismica e abbattimento delle barriere architettoniche).
  • Alternanza scuola-lavoro con la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti.

Si sta quindi seguendo la riforma sulla Buona Scuola, approvata il 13 luglio 2015. Infatti, il Ministro Fedeli, durante un convegno a Catanzaro ha dichiarato: ‘La scuola italiana sta cambiando e lo sta facendo grazie alla Buona Scuola. Questo cambiamento sta avvenendo attuando le parti migliori e qualificanti della riforma’.

Il ministro ha, inoltre, sottolineato che la qualità della scuola dipende dai suoi docenti. In tal senso, facendo un chiaro riferimento al compenso economico del docente, fermo ormai da sette anni, ha dichiarato che: ‘Bisogna dare maggiore valore, anche riconoscendo loro un maggior valore economico, a tutte le figure che orbitano intorno e dentro la scuola. Non è pensabile realizzare nessun obiettivo se non si parte da questo’.

Lo sblocco dei contratti è previsto entro la fine dell’anno, attendendo ora l’iter previsto per il decreto Madia, che si trova ora all’attenzione delle Commissioni parlamentari. In ogni caso, secondo accordi sindacali intercorsi il 30 novembre, è previsto un aumento medio di 85 euro, declinati sulle diverse professionalità.

Infine, con la Buona Scuola sicuramente il ruolo del Dirigente Scolastico è cambiato, acquisendo maggiori poteri, tanto che per ironizzare si è parlato di presidi sceriffo. Tra gli elementi più contestati relativi ai poteri affidati al DS, sicuramente la chiamata diretta. Su questo aspetto il Ministro ritiene opportuno realizzare uno strumento più trasparante ed efficace. Staremo a vedere.


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