Galimberti e la scuola: troppi alunni con diagnosi cliniche o nuove esigenze educative?

bambino annoiato che scrive svogliatamente su un quaderno

Negli ultimi anni, il dibattito sulla condizione psicologica e cognitiva degli studenti è diventato sempre più centrale nel mondo della scuola. Recentemente, il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti, intervistato da Sky TG24, ha lanciato un monito preoccupante:

"Oggi il 60% degli alunni ha una diagnosi clinica. Se la scuola non funziona, si dice che i bambini sono malati", ha dichiarato, sottolineando come il sistema scolastico fatichi a gestire le difficoltà degli studenti, delegando spesso alla sfera medica problemi che potrebbero essere affrontati con metodi educativi più adeguati.

Ma cosa intende realmente Galimberti? E quali sono le reali necessità della scuola di oggi di fronte a questa situazione?

Chi è Umberto Galimberti e il suo impegno per la scuola

Filosofo, psicoanalista e accademico, Umberto Galimberti si occupa da anni di educazione, psicologia e società. I suoi studi hanno spesso messo in luce la fragilità emotiva delle nuove generazioni e l’importanza di un’educazione che tenga conto della loro complessità psicologica.

Secondo Galimberti, il problema principale è che la scuola te a medicalizzare le difficoltà degli studenti piuttosto che affrontarle con strumenti pedagogici adeguati. Nell’intervista a Sky TG24, ha dichiarato:

"Quando un ragazzo non riesce a stare attento, non sempre è un problema medico. La scuola ha abdicato al suo ruolo educativo e preferisce delegare alle diagnosi cliniche."

Per Galimberti, il rischio è che molti bambini vengano etichettati troppo rapidamente come affetti da DSA (Disturbi Specifici dell’Apprimento), BES (Bisogni Educativi Speciali) o ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività), senza un’analisi più profonda delle reali cause delle loro difficoltà.

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Cosa sono i disturbi segnalati da Galimberti?

I disturbi citati dal filosofo rientrano tra quelli più comunemente riconosciuti nel sistema scolastico italiano:

  • DSA (Disturbi Specifici dell’Apprimento): difficoltà legate alla lettura (dislessia), alla scrittura (disgrafia/disortografia) e al calcolo (discalculia).
  • BES (Bisogni Educativi Speciali): includono una gamma più ampia di difficoltà che possono derivare da condizioni sociali, culturali o personali che ostacolano il percorso di apprimento.
  • ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività): caratterizzato da difficoltà nel mantenere l’attenzione, impulsività e iperattività.

Galimberti invita a riflettere su quanto di queste diagnosi derivi realmente da problemi clinici e quanto, invece, sia il risultato di un sistema scolastico poco attrezzato ad affrontare le nuove sfide educative.

Come può prepararsi la scuola? La formazione dei docenti è essenziale

Indipentemente dalle cause, è innegabile che il numero di alunni con esigenze educative speciali sia in crescita. Per questo motivo, la formazione degli insegnanti diventa fondamentale per garantire un’educazione inclusiva e adeguata.

Grazie ai Master dedicati a BES e DSA disponibili su Soloformazione.it, i docenti possono acquisire competenze specifiche per riconoscere, gestire e supportare al meglio gli studenti con difficoltà di apprimento.

Questi percorsi formativi offrono:
✔ Strumenti didattici e metodologie inclusive.
✔ Strategie per migliorare la gestione della classe.
✔ Approfondimenti normativi sulle certificazioni e i diritti degli studenti con BES e DSA.

Un cambiamento necessario per la scuola di oggi

Le riflessioni di Galimberti, riportate da Sky TG24, non devono essere intese come una critica fine a sé stessa, ma come uno spunto per ripensare il ruolo della scuola nell’educazione delle nuove generazioni. Un sistema educativo che sappia rispondere alle difficoltà degli studenti, senza medicalizzarle eccessivamente, è la vera sfida per il futuro.

Per gli insegnanti, investire nella propria formazione significa essere pronti a questa sfida e garantire a ogni studente, indipendentemente dalle difficoltà, il diritto a un’istruzione di qualità.

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