Per risolvere il problema delle cattedre vacanti, il Miur ha puntato sui concorsi preferendoli alle graduatorie già esistenti. Una scelta che non basterà a coprire i posti liberi.
Dati riportati dal sindacato Gilda di Venezia spiegano come “già risultano prive di possibili vincitori 5.276 cattedre” che quindi rimarranno vacanti.
Soltanto un mese, dati riportati direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, parlava di 90mila cattedre vacanti a scuola.
E il sindacato Anief, l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori, tenendo conto di quello che ormai è l’organico di fatto, del personale di sostegno e del mancato utilizzo di tutte le Gps per le immissioni in ruolo ha prospettato oltre 200mila supplenze da coprire per il prossimo anno scolastico.
Un calcolo che segue i dati dell’anno in corso in cui tra i 914.839 docenti totali in Italia, 264mila erano precari, ovvero il 23%
Resta chiaro che la scelta del personale, quando non disponibile da graduatorie, passerà da una libera scelta dei dirigenti attraverso le Messe a Disposizione che riceveranno.
Marcello Pacifico ha commentato la situazione, spiegandone tutte le criticità.
“I fondi del Pnrr dovevano essere impiegati anche per questo e non dilapidati per una nuova formazione e reclutamento inviso da tutti. Ci sono anche decine di migliaia di precari risultati idonei nei concorsi, ma fino ad oggi incredibilmente lasciati fuori delle graduatorie dei vincitori".
"Su questo versante sembrerebbe però esserci un’apertura ed è l’approvazione dell’emendamento Rampi (Pd) per l’inserimento nelle graduatorie di merito degli idonei del concorso ordinario infanzia e primaria”.
“Ma è chiaro che non basta. Il rischio è che anche questa estate le assunzioni si riveleranno un flop, come nel 2021 quando furono immessi in ruolo meno delle metà dei 112mila posti su cui c’era stato il via libera del Mef”.
Per quanto riguarda le prove scritte in questo mese di maggio sono in corso di svolgimento quelle del concorso Stem-bis, ovvero delle materie scientifico-matematiche. Il rischio di ampie percentuali di bocciati è anche qua enorme, visto anche l’inatteso divieto dell’utilizzo di carta e penna permesso in passato.
E dire che per la stabilizzazione di questa situazione basterebbe rispettare e direttive della Commissione europea sull’assunzione a tempo indeterminato dei precari che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio o la sentenza sul tema della Corte di giustizia europea nel Novembre 2014.
Queste sentenze hanno permesso a diversi giudici italiani di corrispondere risarcimenti ai precari della scuola italiana. Resta un miraggio invece l’immissione in ruolo.
“Il sindacato continua a produrre ricorsi per la stabilizzazione e il risarcimento per la mancata immissione automatica in ruolo dopo 24-36 mesi di servizio da supplente” ha spiegato l’Anief.