Il trend negativo delle nascite prosegue e negli anni del Covid ha raggiunto cifre preoccupanti. Nel 2021 per l’Istat i nati sono stati 399mila, l’1.3% in meno rispetto al 2020 e addirittura il 31% in meno rispetto al 2008, ultimo anno prima dell'inizio del calo demografico che coincide con la terribile crisi dei mutui sub-prime.
La crisi demografica si riverserà ovviamente sul numero di alunni iscritti a scuola. Il Miur stima 123mila iscritti in meno per il prossimo anno scolastico, per un totale di circa 7 milioni e 300 mila.
Questo porterà a un fisiologico calo nei fondi dedicati all’istruzione anche se il Ministero all’istruzione ha garantito lo stesso personale per l’anno scolastico che verrà. Questo anche perché in tempi brevi il calo demografico potrebbe semplicemente portare a una diminuzione delle classi pollaio. Risolvendo un problema e mantenendo lo stesso numero di docenti.
Ma la situazione potrebbe cambiare in futuro, con l’Istat che prevede un calo di almeno 700 mila alunni nei prossimi 5 anni. E va ricordato che dall’anno prossimo si tornerà alla legge Fornero con l’età pensionistica che scatterà a 67 anni, diminuendo il normale turn over delle cattedre.
Per la VII commissione della Camera dei Deputati quella della diminuzione di investimenti fisiologici può però essere vista come un’occasione. Così hanno infatti commentato i dettagli dell’ultimo DeF:
“le risorse liberate dalla riduzione della spesa per istruzione conseguente al calo demografico siano reinvestite nel medesimo settore a beneficio dei giovani e delle future generazioni, tenuto conto che per lo sviluppo e la competitività del Paese è imprescindibile un deciso salto di qualità nell’investimento nel capitale umano”.
Vedremo se il governo seguirà il consiglio cambiando gli investimenti previsti nel Documento di Economia e Finanzia.