Assunta a 1200 km da casa, lontana dai suoi tre figli, un figlio con grosse problematiche, la madre cha ha bisogno di assistenza: è la storia di Maria Rita, assunta in ruolo lo scorso anno e vincolata per tre anni, senza possibilità di riavvicinarsi ai suoi affetti e aiutare la propria famiglia.
Maria Rita ha rilasciato un'intervista molto toccante a Orizzonte Scuola. Qui di seguito potete leggerne una parte.
Sono stata assunta il primo settembre 2020, l’anno da me soprannominato della disgrazia perché, oltre ad entrare di ruolo dopo tanti anni di studio e concorsi vari e tanti anni di precariato, durante una pandemia, come punizione ci hanno assunti mettendoci un vincolo inizialmente di 5 anni ridotto successivamente a 3 su sede di titolarità, senza darci alcuna possibilità di poterci spostare con mobilità annuale o utilizzazione in altra provincia o regione più vicina alla nostra famiglia.
Sono insegnante specializzata sul sostegno e sono stata assunta in una scuola primaria in Lombardia, a 1200 km dalla Sicilia, dove risiedo.
Io avevo partecipato ad un concorso fuori dalla mia regione con la consapevolezza però che avrei ottenuto l’assegnazione provvisoria in una sede più vicina alla mia residenza, ai miei figli, non credevo che uno stato democratico che dovrebbe pensare al benessere del cittadino e a tutelare il benessere economico e soprattutto quello psicofisico del lavoratore, con una legge assurda e azzarderei dittatoriale, costringesse la classe docente a partire dal 2020 a stare parecchi chilometri di distanza dalla propria residenza, dai propri affetti, gravando sul bilancio economico familiare e mettendo a serio rischio la salute a causa dei continui spostamenti che in un periodo di pandemia non sono per nulla opportuni.
Ho una situazione familiare particolare, ho avuto una separazione drastica, al mio ex marito hanno tolto la responsabilità genitoriale. Sono entrati in carico i servizi sociali, io avevo un lavoro precario, facevo supplenze sporadiche e studiavo per la specializzazione. Non avevo uno stipendio fisso e quindi sono intervenuti i servizi sociali.
Tre figli, uno maggiorenne e due minori. Tutti e tre a carico mio. Mio figlio più grande si è diplomato ma non trova lavoro.
Ero ovviamente obbligata a stare in Lombardia, non potevo fare tante assenze. Vengono richiesti 180 giorni di servizio. Sono però riuscita a usufruire di un mese di congedo parentale.
Mia madre, seppur anziana. Ma ora non posso più contare sul suo aiuto perché si è gravemente ammalata dopo la morte di mio padre, e non può più aiutarmi, anzi necessita lei di assistenza. Attendiamo la 104. Dovremmo trovare una soluzione: vorrei trasferirmi da lei con i miei figli.
Immagino che anche a livello economico non sia stato semplice stare lontana da casa con tutte le problematiche familiari…
Per seguire mio figlio, spesso venivo richiamata dal tribunale, ho speso tutto tra affitto e viaggi. Mi sono addirittura indebitata per andare avanti. 500 euro di affitto, ci volevano intorno agli 800 euro al mese con uno stipendio di 1400, 1600 con gli assegni. In più dovevo mandare i soldi ai miei figli. E poi le spese per tutti i viaggi, aereo, auto. Una sera ho rischiato di morire in autostrada.
A causa di tutti questi spostamenti ho avuto problemi di salute, mi hanno riscontrato una patologia cardiaca, che ora sto monitorando.
Chiedo che il ministro e tutto il governo ci aiuti e tolga questi vincoli assurdi, che mettono in serie difficoltà le famiglie, non solo la mia. Chiedo che si tenga conto delle situazioni gravi come la mia e che si conceda almeno l’assegnazione provvisoria. Il governo ha cambiato le carte in tavola con delle leggi retroattive su bandi di concorso fatti. Io ho partecipato a un concorso che non prevedeva vincoli. Noi docenti abbiamo fatto delle scelte consapevoli del fatto che c’erano altre possibilità, non erano queste le regole e avevamo determinati diritti.
Ormai per quest’anno tampono così, ma a settembre vorrei tornare in una sede più vicina alla mia residenza e conciliare il mio lavoro con le esigenze della mia famiglia. Riuscire a seguire soprattutto mio figlio e mia madre. Il governo sia più clemente e si torni ai diritti che i docenti avevano già prima, ci venga ridata la mobilità annuale. Non vedo perché noi assunti dal 2020 dobbiamo essere esclusi e non possiamo usufruire dell’assegnazione provvisoria.