Il premier Mario Draghi ha annunciato che lo stato d’emergenza non sarà prorogato. Nelle prossime settimane, si dovrebbe tornare, in modo graduale, alla normalità.
Tra le altre cose, terminerà la didattica a distanza, il sistema a colori e l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto.
Lo stato di emergenza terminerà quindi il 31 marzo, a due anni e due mesi di distanza da quando è stato proclamato dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte a causa dell’inizio della diffusione del Covid-19.
Novità sono previste anche in classe. “Con la fine dello stato di emergenza il 31 marzo, le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto”, ha spiegato Draghi.
In base a quanto ha anticipato il presidente del Consiglio, nei prossimi mesi gli studenti non dovranno più indossare le Ffp2. Più in generale, però, “cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto”.
Con la cessazione dello stato d’emergenza verranno meno i poteri straordinari del governo e della protezione civile, come la possibilità di operare in deroga alle leggi vigenti per motivi sanitari. Resta da gestire il lavoro da remoto. Servono accordi individuali tra azienda e lavoratore. Unica eccezione è la Pubblica amministrazione dove esistono già accordi individuali per normare il lavoro da remoto.
Con la fine dello stato di emergenza, anche la campagna vaccinale passerà dal Governo alle singole Regioni. È probabile che quasi tutti gli hub vengano smontati, mentre sarebbero medici di famiglia, pediatri e strutture ospedaliere a inoculare il vaccino anti Covid-19.
Resta invece in vigore l’obbligo vaccinale per gli over 50, il cui termine è fissato al 15 giugno.
Senza la proroga del regime d’eccezionalità, termineranno, a meno di interventi ulteriori, anche le attività del Commissario straordinario e del Comitato Tecnico Scientifico e non ci saranno più le cabine di Regia tra Governo e Regioni.